venerdì 21 marzo 2025

Oggi inizia la primavera. Ricordiamoci dei fiori più poveri

 

 

 

Oggi inizia la primavera. Ricordiamoci dei fiori più poveri

Ammiriamo la bellezza  dei fiori di campo o quelli, meno fortunati, che germogliano, selvaggi e solitari, lungo i cigli stradali, che nessuno degna d’uno sguardo. Se ci capita d’incontrarli, vincendo la svogliatezza del nostro sguardo, fermiamoci a contemplare queste bellezze ignote. Scopriremo che la rosa, il giglio, l’orchidea sono figli della vanità umana, a confronto di queste meraviglie naturali. Chi non ha mai colto un papavero? Libero, indomabile e selvaggio com’è, reclina, repentino, il capo, preferendo immolare la sua vellutata bellezza, pur di non donarsi a chi gli ha rubato la vita. Quante volte, euforici, correndo per i campi, abbiamo calpestato incolpevoli tappeti di margheritine. Schiacciate dal peso degli zoccoli del bipede umano reclinano il capo, volgendo una preghiera a Dio perché le faccia ricrescere, puntuali l’anno successivo. Esse nel loro intimo minuscolo essere nascondono, timide, un segreto: la bisessualità. Una condizione che l’uomo considera una devianza, senza accorgersi che Dio l’ha regalata alla natura. Proviamo a scrutare l’intima bellezza degli asfodeli, i fiori, un tempo, sacri alle ombre dei morti, candelabri naturali di rara fattezza; l’argentea fioritura di Paronychia argentea (pinnenti di rriggina). Chissà quanti orafi hanno ispirato, per ornare di monili teste di principesse e regine; la volgare “cannatedda” (silene sicula) buona per insalata. Rendetele una visita di cortesia dopo la fioritura, vedrete che emette graziose brattee che hanno ispirato artistici copricapo di leggiadre fanciulle medievali; la rustica saponaria, con i suoi caratteristici pulvini, esplosione pirotecnica di colori; la spinosa “carlina nebrodensis” della famiglia dei cardi, che al sole gli ha rubato forma e bellezza e suo fratello lo spinoso cardo che nella sua ribelle bellezza sembra un giovane punk; la negletta Satureja calaminta (nipitedda), che solamente a sfiorarla il suo profumo ci accompagna fino a sera o che troviamo mescolato ad altre essenze di noti profumieri. Tra tanta diffusa bellezza in natura, l’uomo si appassiona a coltivare fiori, a effettuare incroci di varietà diverse per scoprire bellezze ignote, ma mai potrà eguagliare ciò che la natura porge spontaneamente di suo.  Forse sarebbe meglio che l’innamorato offrisse un fiore di campo per dimostrare la genuinità del suo amore o piantine di fiori in vaso da curare, augurale anticipo dei figli che verranno. Preferiamo,invece, regalare fiori recisi, emblemi dell’effimero e già in agonia.

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