L’elogio dell’essenziale, il lavoro nero.
‘Menu mali ca u Signuri c’è’. Con questo modo di dire, tipicamente siciliano, qualcuno vorrebbe significare che dinanzi alle difficoltà della vita, talvolta affiorano soluzioni impensabili, che fungano da contrappeso alle ingiustizie sociali. E così “Menu mali ca u Signuri c’è” può riferirsi al fatto che c’è il lavoro nero, una forma di provvidenza divina. Il governo ci ricorda continuamente che la ripresa è decollata, anche se l’unica cosa che è veramente decollata è la disperazione di chi non trova lavoro. Non è vero neanche questo, perché il lavoro, quando c’è, è nero. Il governo, oltre alla ripresa che non c’è, ci ricorda un’altra realtà e cioè che bisogna debellare il lavoro nero. Guai solo a pensarlo. Assisteremo a scene, come la presa della Bastiglia, di francese memoria, con le teste dei nostri governanti, che cadrebbero una a una sotto l’inflessibile ghigliottina popolare. Il governo ha contezza che in mancanza di lavorio nero non esisterebbero parlamento e democrazia? Il lavoro nero, per chi non lo sapesse, è l’unica risorsa che mantiene in vita la società meridionale, in cui lavorare non è un diritto, ma una condizione di vita. Nessuno tocchi il lavoro nero, l’unico baluardo a difesa di milioni di disperati. Senza, non saremmo sicuri neanche se ci rinchiudessimo dentro un bunker. Il governo deve capire che tenendo, in qualunque modo, la mente occupata delle persone è il migliore sistema per non farsi giudicare. Non vorrei trovarmi in una società in cui non si lavora, ma si pensa solamente. Sapete come mangia il pane chi lo guadagna col lavoro nero? Lo impasta con i denti, la lingua, il palato, le guance e la poca saliva che gli rimane; ne assapora il gusto, l’aroma, la fragranza; lo trattine a lungo, in bocca, perché attenui la sofferenza della fatica e prolunghi la speranza di ripetere il rito il giorno dopo. Perciò, ’Menu mali ca u Signuri c’è’ e ha le sembianze del lavoro nero,perché in atto alternative al lavoro nero non ne vedo. Elogio del lavoro nero o elogio dell’essenziale? Fate voi.
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