“ E pur si muove” verrebbe da dire. Era ora che qualcuno a Linguaglossa prendesse adeguate iniziative per svegliare questa comunità sonnolente. E’ stupefacente, però, il versante da cui prende le mosse questo salutare risveglio: la Chiesa, attraverso il suo parroco, nominato da poco a dirigere non una ma molte delle parrocchie in cui si articola la comunità ecclesiale Stupefacente è altresì la massiccia partecipazione dei fedeli che non si vedeva da tempo. Una simile folla trabocchevole all’interno e all’esterno della Chiesa ricorda, per certi versi, la predicazione dei Padri Passionisti che negli anni cinquanta, in occasione dell’Anno Santo, riuscivano a calamitare con il loro “sapiente verbo” la popolazione tutta. Allora, però, tanta partecipazione era giustificata dalle molte sofferenze inflitte dalla guerra da cui originava la voglia di spiritualità. Oggi la partecipazione alla Domenica delle Palme denota, invece, che contro ogni superficiale apparenza lo spirito di religiosità non è per niente spento nell’animo umano, ma appena sopito, che, se sollecitato da stimoli e/o iniziative adeguate risorge più fervido di prima. La cerimonia, sotto l’abile regia del parroco, ha ripercorso il cammino di passione e morte di Gesù, avendo per teatro non solo l’interno della Chiesa addobbata con gusto e rara raffinatezza, ma anche le piazze del paese, come una Gerusalemme ritrovata e rivissuta nei costumi del tempo, tra musiche e suoni, dove non poteva mancare il canto del gallo che anticipava la profezia di Gesù a Pietro che lo avrebbe rinnegato tre volte, un canto che rimbomba nelle nostre coscienze troppo spesso distratte da effimera materialità. Il processo, la flagellazione, la crocefissione di Gesù sono stati momenti salienti di una sofferenza che una volta tanto non apparteneva al solo Cristo, ma ai fedeli tutti dai cui volti attenti traspariva un’ evidente, insolita emozione. La partecipazione della popolazione alla ricorrenza della Domenica delle Palme, dimostra come la comunità linguaglossese richiede momenti di unione, perché è nell’unione e dall’’unione che nasce la speranza di rinascita di questo piccolo mondo cittadino. Se la comunità civica prendesse esempio da queste manifestazioni religiose, forse Linguaglossa assumerebbe l’aspetto della cittadina che sogniamo. Ma questo è un discorso che riguarda la politica e parlarne in questa circostanza è come risentire il canto del gallo a ricordarci che molti di noi abbiamo rinnegato la missione civica alla quale siamo chiamati, come amministratori o semplici cittadini.
Pubblicata su La Sicilia il 21.04.2011
Saro Pafumi.
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