domenica 1 dicembre 2024

Le stradine da sogno

 

Le stradine da sogno.

Ci sono a Linguaglossa stradine per fortuna ancora non lambite dalla mano sacrilega dell’uomo. Hanno avuto il privilegio di essere calpestate solo da uomini con le scarpe chiodate vestiti di stracci e di donne con lo scialle sulle spalle. Par di sentire ancora i loro passi pesanti e quelli di asini sbuffanti che gli facevamo compagnia. Poi sono state inghiottite dal silenzio e dall’apatia. Le casette mezze dirupate che ne fanno contorno, oggi sono dimore di piante rampicanti e i muri in nera pietra, che le delimitano, sono capolavori della fatica, statue viventi di un tempo remoto, orfani di quei viandanti, ormai fantasmi.

Non ci vorrebbe tanto per recuperarle e farne un tesoro, un itinerario turistico. Si ricrei con un po’ di fantasia il clima d’allora: un asino in mezzo alla via, in groppa un bambino tra due pendenti fasci di legna, il contadino davanti e la moglie a seguire, in testa la cesta, come tante donne dell’epoca. Una scultura in cartapesta, come quella che si fa per carnevale, ben protetta, che ci riporti al passato. Né più, né meno che uno scatto di una macchina da presa che immortali appena un palpito di poesia. I turisti in quei posti andrebbero condotti per mano e sapientemente informati sulle usanze e la vita di quei magici momenti che il tempo ha fermato.

Numerose sono a Linguaglossa le stradine di questo tipo e tutte una diversa storia da raccontare e con un momento di vita da immortalare. Tra le tante , via Pio IX o l’incantevole Via della Santa Spina nel quartiere più antico e suggestivo, al centro del paese a due passi dalla Chiesa Madre, dove,in quest’ultima, in un certo periodo dell’anno la stradina è coperta da un tappeto di arance, i frutti del sole, che cadono dagli alberi che stanno a monte e nessuno coglie.

Un paese deve saper valorizzare ciò che ha, perché è dalla naturalezza delle cose che scaturiscono le idee e non dalle artificiosità che sanno di finzione. 

 

 

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