sabato 19 ottobre 2024

La TV spenta e il rumore dei pensieri.

  

La TV spenta e il rumore dei pensieri.

Il temporale che si è abbattuto in questi giorni sul nostro versante ha reso muta e cieca la televisione. Una condizione insolita. Una compagna di vita, osservo, che ha scelto il riposo. In casa il silenzio rientra, non richiesto, dalla porta di servizio, in punta di piedi, lui, che, da quando lo schermo piatto è diventato il re della casa, ha fatto i bagagli, avendo esaurito il suo salutare servizio. Ti accorgi della sua presenza, ora, che, felpato, si aggira per casa. Un ospite gradito che ti fa riscoprire le bellezze del passato: il rumore del respiro, il brontolio dello stomaco, il fruscio dell’ombra che ti trascini appresso, persino il bisbiglio dei pensieri, che timidi si affacciano alla mente. Senti che i tuoi pensieri ora camminano da soli, senza essere trasportati del tubo catodico che li accompagna dove lui vuole condurli. Nel silenzio che avvolge la camera, finalmente puoi parlare a te stesso, senza il frastuono di altre voci. Un dialogo, lungo, meditato in cui i pensieri scorrono lievi, genuini, freschi, zampillanti dalla fonte dell’anima, che riemerge libera dal coro di voci impertinenti, insulsi, talvolta insensati, che come fiumi in piena escono dal cinescopio. Quel monitor, che, muto mi guarda, vorrebbe dirmi qualcosa, ma non osa. Forse, penso, guarda il telecomando che ho in mano, da cui dipende la sua vita o la sua morte o forse vorrebbe dirmi di non usarlo, per prolungare il tempo di pensare, quell’attività umana alla quale ho stupidamente rinunziato per lasciare che altri lo facciano in mia vece. Il telecomando!  Ecco, il telecomando!  Non avevo pensato che usando quest’infernale aggeggio, non accendo o spengo la TV ma il mio cervello. 

Nessun commento: