Le novelle.Don Petru e i cugna nte causi. Storie vere.
“Quante volte te lo devo ripetere che è ora di comprarti alla fiera un paio di pantaloni. A furia di cucirti cugna nte causi, sono rimasta anch’io senza ‘fatetta’, perché da dove pensi che ricavi la stoffa, se non accorciando la mia?” Questo era pressappoco lo sfogo di Maricatina alla riluttanza del marito a non voler sentire ragioni a comprarsi un paio di nuovi calzoni, perché secondo lui prima veniva ‘a scecca’ che necessitava di un nuovo ‘tistali’. L’amore di don Petru per quell’animale, diceva lui nei momenti di poca lucidità, dovuta ai fumi dell’alcol, eguagliava quello verso la sua Maricatina, con la quale, giovanissimi, avevano organizzato la classica “fuitina”, simulando contrasti insanabili con i parenti della sua “Promessa”, perché a don Petru, in verità, non gli andava giù di ‘riempire la pancia’ agli invitati, pensando che quella della sua ‘scecca’ sarebbe rimasta vuota, che lui affettuosamente chiamava Letizia, dando a quel nome il significato di felicità, gioia, allegria. La resistenza di don Petru a comprarsi un paio di nuovi calzoni nasceva oltre che da un senso di vera spilorceria, sia pure motivato da nobili sentimenti verso quella sua creatura, da un vago presentimento: la morte del suocero, avanti negli anni e pieno di acciacchi, che nulla di buono facevano presagire. Da quella morte don Petru nulla si aspettava in termini di apporti economici, essendo il morituro “pouru ncanna”, ma aveva adocchiato tra le uniche, poche cose che aveva addosso, che lo avrebbero seguito nell’aldilà, un paio di calzoni, che, a differenza dei suoi, non avevano ‘cugna’. E il giorno venne, con personale, ben simulato “ gaudium magnum” di don Petru. Si sa che quando si prepara una persona per l’ultima dimora, è d’uso tirare fuori dall’armadio il vestito ‘buono’, ma nel nostro caso il morto non aveva né l’uno, né l’altro. Se ne ‘doveva andare’ con ciò che aveva addosso. Don Petru non sapeva come dire alla moglie che quei pantaloni non potevano seguirlo, né poteva andarsene senza. Perciò si offrì ‘generosamente’, dicendo alla moglie di volere acquistare per il defunto un paio di calzoni nuovi, quei calzoni che lui ostinatamente si rifiutava di acquistare per se, pur avendone bisogno. La pensata di don Petru era, in effetti, un intelligente, stratagemma per indurre la moglie ad affrontar il problema dei calzoni, non immaginando, don Petru, per nulla, che potesse verificarsi ciò che aveva proposto. Maricatina si sentì spiazzata dall‘insolita proposta, né capì che quello era un puerile, egoistico infingimento del marito e rispose che il padre in vita soleva ripete che sarebbe stato contento di andarsene così com’era nato: “Nudo e povero, come vissuto”. Per don Petru quelle parole erano musica per le sue orecchie. “ Nudo” non mi pare conveniente, rispose don Petru alla moglie, “ma povero, lo condivido. Anzi, se l’apparenza non inganna, sarebbe il caso di soddisfare il suo desiderio, seppellendolo con indosso i miei pantaloni, anche se mi costa privarmene” La moglie Maracatina addolorata, com’era, per la dipartita del genitore, non percepì il miserabile scopo del marito e lo lasciò fare. “Infondo quei pantaloni con " i cugna”, pensò, “raccontavano la povertà del proprio genitore, contento di trasferirsi all’altro mondo così come vissuto”. Spesso bisogna aspettare le condizioni propizie per realizzare ciò che si desidera e don Petru, temporeggiatore com’era, quel momento tanto atteso, l’aveva trovato, senza dispendio di denaro e di energie. Quella morte, così attesa e sperata, aveva risolto tutti i problemi: don Petru aveva i calzoni senza cugna, la moglie non doveva accorciare la sua ‘fatetta’, la ‘scecca’ si poteva permettere un nuovo ‘ tistali’ e il morto con quei pantaloni ‘ ripizzati’aveva coronato il suo sogno di presentarsi nell’aldilà ‘pouru ncanna’.
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