L’ottimismo non basta. Considerazioni di fine anno.
Per quanto mi sforzi ad
aggrapparmi all’ottimismo, non vedo un futuro roseo per il mio paese,
Linguaglossa.Non scorgo all’orizzonte giovani che possano e sappiano cogliere
l’eredità di chi ha realizzato lo sviluppo del paese. Manca un personaggio
carismatico, che possa mettersi alla
testa di una squadra capace di traghettare Linguaglossa dalle secche in
cui da troppo tempo è piombata. Il perché è presto detto. Chi oggi, tra i
giovani, può assumersi il gravoso compito di pensare al futuro del paese, si
trova nell’impossibilità di farlo, combattuto dalla necessità di costruirsi un
proprio futuro, fuori dal proprio paese o restare, senza una prospettiva valida
e capace di realizzare i propri sogni. Chi, dopo la laurea, parcheggia la
propria vita dentro l’orto di casa, sa che prima o poi dovrà fare una
scelta,per cui non impegna le proprie risorse in progetti, che sa di non potere
portare a compimento. Si vedono gruppi di giovani che tentano di
farlo,impegnandosi in progetti ambiziosi che rimangono sulla carta, perché manca
la sincronizzazione tra mente e corpo. In queste condizioni chi potrà
progettare un futuro resta prigioniero dalle nebbie vorticose del presente. Occorre,
perciò, giocoforza, affidarsi a personaggi precari, ossia a quel panorama umano
in affanno, disperatamente consapevole della propria condizione
interinale,senza un’opportuna speranza di crescita, se non quella di
amministrare l’ordinario. Come comunità abbiamo il diritto di programmare il
futuro, altrimenti non servirebbe la politica, ma purtroppo il sole è sul punto
di scomparire sotto l’orizzonte: A noi mortali delusi non ci resta che
recitare la poesia di C, Baudelaire: “…..’è tardi, corriamo verso l’orizzonte,per
afferrarne almeno qualche obliquo raggio! Ma io inseguo invano il Dio che si
nasconde; la Notte inarrestabile stabilisce il suo regno, nera e piena di
brividi, umida, funesta; galleggia nelle tenebre un odore di tomba e il mio
piede pauroso sull’orlo dello stagno urta rospi imprevisti, fredde lumache
calpesta”.Questo il futuro che ci spetta?