Le vie dell’amore
Non conosco paesi e città che non abbiano le loro “vie d’amore”. Posti reconditi, un po’ appartati, “fuori città”, dove si svolgono convegni amorosi. A Lingua glossa questi “borghi d’amore” sono a un tiro di schioppo dal centro città. Una fra tutte, la più nota, è la strada del Pomiere, che dai Domenicani conduce più in alto, su di un picco, tra l’Etna e il mare, costruita a posta per giovani coppie in cerca d’amore, incompiuta da sempre. E’ il destino di molte strade incomplete, non vie di transito, ma oasi di ospitalità, calda e discreta. Una strada beata, da dove l’Etna sembra darti la mano, e il mare, vicino, un catino pieno a metà. Una strada progettata, anzi un patto d’amore tra Taormina e l’Etna, con Linguaglossa a tenerli per mano. Ma venne il crepuscolo e la bella idea naufragò, come il sogno d’amore di Aci e Galatea, che la leggenda racconta. Non fu il burbero, geloso Vulcano a “scagliare macigni” contro la strada, come fece con Aci, che poi in fiume mutò, ma insipienza umana, che stoltezza volle. Così la superba Taormina, dalla pelle color latte, come Galatea, rimase a guardare la sua Etna rimasta lontana. Linguaglossa ad aspettare. A testimonianza di tanto amore tra Taormina e Linguaglossa rimane la strada, dove nelle notti di plenilunio, sussurrano voci, si consuma l’amor di giovani coppie. Attorno a questo mare d’abbracci è nata una leggenda leggiadra. Si dice che la gialla ginestra che ivi germoglia,fiorisca solo nelle notti di plenilunio, quando gli innamorati si scambiano baci d’amore e le stelle stanno a guardare la luna che canta: La vie en rose: “Des yeux qui font baisser les miens// Un rire qui se perd sur sa bouche//……Quand il me prend dans ses bras// il me parle tout bas//je vois la vie en rose”.). Solo allora si sciolgono le membra degli innamorati e mille capinere, fuggono dai loro nidi per intonare, con i loro violini. cori d’amore.
Tratto da “Elzeviri sparsi di Saro Pafumi
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