“ Un fascio di rose rosse per mia madre che oggi compie centodieci anni”. Detta così la frase, rivolta da uno sconosciuto al fioraio, che conosco da una vita, mi lasciò interdetto. Avere una madre alla veneranda età di cento dieci anni appena compiuti, non è una fortuna che capita tutti i giorni. Timidamente mi accostai all’insolito interlocutore per saperne di più, perché un traguardo così ambito m’incuriosiva. “ Mia madre è deceduta da oltre trent’anni, ” precisò con naturalezza, “ma per me è come se non fosse mai morta” La sento, l’ascolto tutti i giorni e la festeggio tutti gli anni, come se fosse accanto a me con la dolcezza del suo sorriso che mi aiuta a vivere. Una madre non muore mai e nessun figlio si spoglia della placenta che l’avvolge per tutta la vita.” In quel fascio di rose scarlatte che lo sconosciuto teneva in mano e nelle sue pacate parole lessi l’amore e la certezza che lo guidava. La fede, pensai, è una virtù che aiuta a vivere, una grazia che illumina, una forza che intinge la ragione nella certezza. La madre, morendo, aveva lasciato in eredità a quell’uomo non soltanto la forza del suo amore materno, ma gli aveva trasmesso “il testimone” della vita, in quella che è e rimane una corsa a staffetta tra genitori e figli. Ma per vincere e arrivare alla meta, non basta la forza e la volontà, bisogna correre sospinti dall’alito di chi ci ha donato la vita. Si può vivere la gioia di avere dieci figli, ma la forza che si riceve dall’amore avuto dalla propria madre è una fonte che non si esaurisce mai. “ Un fascio di rose rosse….”, forse è l’inizio di una preghiera profumata inviata a colei che ci sostiene e ci accompagna per tutta la vita. Saro Pafumi
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