domenica 2 settembre 2012
Dopo la tassa sulle bollicine manca quella sulla pioggia
Il Presidente Monti ha tassato le “bollicine”, l’acqua minerale, per intenderci e tutte le atre bevande addizionate con anidride carbonica. Vuoi vedere che ragionando di questo passo ci costringe a ritornare alla mitica, antica gassosa che una volta si vendeva per strada, opportunatamente rinfrescata con ghiaccio, di consumo assai popolare e reclamizzata con uno squillo di trombetta? A rigor di legge la mitica gassosa non dovrebbe rientrare nella tassazione, perché, come si sa, la gassosa è un miscuglio di acqua, zucchero e acido citrico, resa effervescente se esposta al sole. Poiché non c’è nessuna “addizione” artificiale e l’energia solare ancora non è oggetto di incursioni fiscali, vuol dire che chi produce e fa uso di gassose non è colpito dalla tassa. Peccato che questo particolare sia sfuggito a Monti, perché anziché tassare le bollicine, per raschiare ulteriormente il barile, avrebbe dovuto tassare non solamente le bollicine, ma tutte le bevande che una volta aperte “fanno il botto”, anche se prodotto con la bocca. Speriamo che il bravo Monti si fermi e non introduca altre stramberie, come, per esempio, la tassa sulla posta elettronica, perché in questo caso saremo costretti a ricorrere al messaggero al cavallo. A proposito, quando la tassa sulla pioggia, in modo che diventi ufficiale il detto: “ Piove, Governo ladro!"
Pubblicata su La Sicilia il 31.08.2012. Saro Pafumi
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