L’Italia è il paese degli eccessi. Se provate a viaggiare di notte sulla Messina Catania rischiate di rimanere abbagliati dai numerosi cartelli stradali che s’incontrano. La rifrazione della luce è talmente eccessiva che l’automobilista, suo malgrado, ne rimane abbagliato. Se provate a transitare, invece, nel tratto che collega l’aeroporto di Catania al centro cittadino e viceversa, è come se si giocasse a mosca cieca. Un groviglio inesplicabile d’incroci nella più assoluta oscurità. Un labirinto che è il biglietto di visita per il viaggiatore: per chi arriva, anticipa il caos primordiale che impera in città, per chi parte la liberazione dal disordine cittadino, dove nulla è semplice e tutto complicato. C’è chi spende migliaia di euro per promuovere l’immagine della propria città, Catania si affida all’ambivalenza simbolica dell’intricato labirinto stradale. Un tragitto, per il viaggiatore, di penitenza e di espiazione proteso alla salvezza: l’agognato punto di arrivo, sia esso l’aeroporto o il centro cittadino.
Pubblicata su La Sicilia 20.09.2012. Saro Pafumi
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