mercoledì 19 settembre 2012
Caro cassonetto......
Caro cassonetto,
ogni giorno, uscendo da casa, controllo il tuo stato di salute, perché so che oltre che un fedele servitore, sei un amico. Ricolmo, mi attendi “a bocca aperta”, perché, oggi, l’operatore ecologico è andato a protestare, ché anch’egli ha diritto di mangiare. Tu, con la pancia piena dei miei avanzi alimentari, mi avverti che talvolta esagero, ma non sbuffi, né mi rinfacci l’insolenza nel trattarti. Solo, emarginato, come un turco extracomunitario, ti tengo a debita distanza, anche se tua non è la puzza che emani. Muto e disciplinato assolvi la tua opera con dignità e non risparmi la tua generosità con famelici randagi che financo le tue vesti dilaniano con voracità. Quando, raramente, ozioso, attendi il mio passare implori un atto di pietà: una schizzata d’acqua che elimini per qualche ora ogni impurità. A volte, ti confesso, soffro nel trovarti capovolto o ammaccato, perché l’incuria umana non risparmia neanche te, soggetto inanimato. Tu che col tuo modo d’essere sei lo specchio della società, sopporti ogni ignominia, come se tua fosse la causa di tutte le nocività. Ti chiamano “ monnezza”, ma tritata, macerata, incenerita, trasformata, ci ricorda Lavoisier, potresti essere la nostra ricchezza. Saro Pafumi
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