sabato 6 marzo 2010

Quei quattro deficienti che su facebook....


Chi abita a Linguaglossa, ma non solo, non può non conoscere un personaggio che circola per le strade, piova, nevichi o faccia bel tempo. Un personaggio, “sfortunato” per certe sue facoltà, ma sarebbe meglio chiamarlo “speciale” per le sue doti d’umanità. Una dote che il Buon Dio gli ha profuso a piene mani, forse pentito di non averlo abbastanza dotato.
Un personaggio che con la semplicità ha confezionato il suo abito, col quale si mostra alla gente che lo difende e lo ama. Una creatura che l’intero paese ha adottato che, se incontri, ha il potere di strapparti il diritto di precedenza qualunque cosa tu faccia in quel momento. La sua girovaga, quotidiana presenza è di conforto per almeno due fondamentali considerazioni: ci fa sentire “fortunati”, confrontandoci e ci rende migliori per la ricchezza d’umanità che ci trasmette. Nessuno dei difetti dei comuni mortali lo sfiora: non la cattiveria, né l’invidia, né tanto meno la bramosia che ci accompagna nel nostro quotidiano vivere. La sua è una dignità composta, discreta, persino “ricercata”. Si coglie nel suo quotidiano agire, e persino nel vestire curato, che mostra in pubblico, ad onore di chi, con sconfinato amore, lo assiste. E’ dotato di una sana, spontanea allegria che talvolta sconfina in tagliente ironia, come quando ti fa cenno con l’indice, che batte ritmicamente sulla tempia, che “sei tu” ad avere qualche cosa fuori posto. Un gesto che spiazza, come parte di un copione che egli magistralmente recita. Osserva con distaccata sufficienza e curiosità chi incontra, quasi a volere chiedere con i suoi occhi divertiti: “Perché fatichi tanto? Non sai che l’esistenza è un aquilone trattenuto da un sottile filo, pronto a spezzarsi al primo soffiar del vento?” E mentre con gli occhi t’interroga, mai che esca una parola piena dalla bocca, ti chiedi se per caso quella sua aria non sia l’essenza della saggezza. Poi come esperto schermitore che studia avversario e tempo non risparmia la stoccata finale: “ Tu, nun si bbonu!”,un groviglio di monosillabi impastati, masticati con fatica che fanno pensare chi lo ascolta.
Poi quando, è lui a decidere, col suo personale e garbato incedere si allontana, scopri che qualcosa del tuo animo si è portato via, non senza averti regalato in cambio la leggerezza del suo essere. Ecco, io vorrei che quei quattro deficienti che su facebook hanno inventato il tiro a segno su certi bambini “sfortunati” conoscessero e si confrontassero con quest’autentico uomo.

Pubblicato su La Sicilia il 07/03/2010 Saro Pafumi

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