La gentilezza non ha sesso.
Si
dice che la gentilezza sia prerogativa femminile Dante, infatti, parlando di
Beatrice la definisce “Tanto gentile e tanto onesta para”. Tra i tanti
aggettivi ha scelto quello alla donna più appropriato. Eppure, a ben pensarci,
questa qualità non è prerogativa delle sole donne, perché spesso la gentilezza
appartiene anche agli uomini. Nella mia lunga vita ho incontrato uomini gentili
non solo nell’aspetto, ma anche nel modo di porgersi. Un risultato che si
ottiene col giusto approccio, preludio di un’empatia che nasce immediata nello
stato d’animo della persona che s’incontra La gentilezza non è solo una qualità
innata in chi la possiede, ma più spesso il prodotto di un giusto comportamento
relazionale, da cui scaturisce. Per essere gentile bisogna essere in due,
perché è dalla comunicazione verbale, da come si gestisce l’incontro, dal
giusto tono della voce, da una stretta di mano, che nasce l’empatia. Se si
realizza questo scambio di valori, la gentilezza è la naturale conseguenza,
maschi o femmine siano i protagonisti. Pubblicata oggi 05.03.2024 su La Sicilia
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