“Tristo è colui che gode dei
mali altrui”.
L’uomo
è un animale dotato di ragione Che sia stata una fortuna averla, ho i miei
dubbi. Possedendo la ragione dovremmo essere razionali, ma talvolta la
razionalità è distorta dagli istinti, che fanno regredire l’uomo in uno stadio inferiore.
Avviene, per esempio che un vicino, un estraneo, più semplicemente un
concittadino sia colpito da un avvenimento spiacevole, che lo mette in cattiva
luce. A questo punto nell’animo di molti si attiva un sentimento di condanna,
ma più spesso di compiacimento dell’altrui cattiva sorte. Ci trasformiamo in
zecche che dal sangue altrui troviamo alimento per le nostre debolezze, che
altrimenti tali rimangono, se non ancorate alle altrui disgrazie. La condanna
di un chicchessia ci fa gioire, la sua assoluzione ci lascia indifferenti, anzi
qualche volta ci deprime. Eppure, essendo dotati di ragione, dovremmo gioire, perché
un’assoluzione è la vittoria dell’uomo sul male, che è vittoria di tutti. Invece
si fa largo la malvagità, un istinto estraneo al vero mondo animale. Questo
sentimento malevolo pare abbia origine antiche è ha un nome:, epicaricacia“. ovvero godere della sofferenza altrui, che colpisce
la persona insoddisfatta e incapace di guardarsi dentro, perciò si dice:
“Tristo è colui che gode dei mali altrui”. Liberarsene non è facile, perché è
insita nella natura umana. Non di tutti, per fortuna. Pubblicata oggi
07.03.2024 su La Sicilia
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