sabato 3 marzo 2012
Spira aria di pessimismo
Provate a incontrare un amico o a telefonare a qualcuno che non vedete da diverso tempo, azzardando la domanda di rito: “ Come stai?” E’ un piagnisteo generale, pensionato, lavoratore, giovane o vecchio che sia. Pare che siamo affetti tutti dallo stesso morbo: l’insoddisfazione. Chi per la salute, chi per mancanza di lavoro, chi per la pensione, chi per troppo lavoro, pagato male. Sarà così? Stando alle statistiche non c’è da stare allegri, né il futuro ci riserva tempi migliori. La crisi che riguarda un po’ tutti gioca un ruolo essenziale in questo pessimismo diffuso, ma non è solo l’economia, individuale o collettiva il veicolo che diffonde quest’ondata di pessimismo. Lo è di più il contesto sociale, la convinzione che tutti o quasi ci troviamo sulla stessa barca, il che aggrava la sensazione di sconforto. E’ come se tutti ci trovassimo sulla Costa Concordia che sta per affondare o visitassimo le corsie di un grande ospedale. La sensazione è di tristezza. Lo stesso ruolo gioca il pessimismo che quand’è diffuso diventa collettivo. I tecnici che attualmente ci governano, oltre alle solite, retoriche frasi di rito, non solo non diffondono ottimismo, anzi con le loro tristi facce non invitano a sperare e così tra uno spread e l’altro, la borsa che oscilla e i prezzi che aumentano il pessimismo aumenta. Si avverte la sensazione di abitare una terra non nostra, di sentirci estranei persino a casa nostra, precari a vita, perché quando manca il lavoro e difettano le certezze, rimane il vuoto. Questo governo da persone ci ha trasformato in prede. C’è chi sente abbandonato, chi defraudato, chi ricercato, chi tartassato, chi suddito. La politica è diventata uno spot. Chi amministra pensa sempre a “salvare” qualcosa. In questo fuggi-fuggi generale gridando “al ladro! al ladro! (burocrate, politico, amministratore, evasore che sia) al cittadino non resta che “salvare” se stesso, nella più assoluta solitudine. Pubblicata su La Sicilia 03.03.2012.Saro Pafumi
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