Il peggiore difetto di noi siciliani? Non riconoscerli.
Affermiamo di essere contro la mafia, ma non evitiamo di frequentare i locali pubblici in odore di mafia.
Siamo contro l’evasione fiscale, ma non pretendiamo lo scontrino fiscale.
Protestiamo contro il caos automobilistico nelle città e parcheggiamo in seconda fila.
Lamentiamo che le strade sono sporche e buttiamo il pacchetto di sigarette dal finestrino dell’auto.
Pretendiamo la pulizia nei servizi igienici dei locali pubblici, ma siano i primi a sporcarli.
Parliamo a voce alta nei locali pubblici e per farci ascoltare strilliamo più degli altri.
Pretendiamo la cortesia dagli altri, ma raramente l’abbiamo in dote.
Teniamo alla puntualità, ma siamo i primi a non rispettarla.
Eleviamo troppo spesso la furbizia a sistema.
Amiamo parlare dei nostri pregi, poco dei difetti.
Sono sempre gli altri a essere peggiori di noi.
Il siciliano ha due teste: usa quella che gli conviene.
Immagino la risposta all’elenco dei difetti: “Non bisogna fare di tutta l’erba, un fascio”. Come dire: “Ego me absolvo a peccatis meis, in nomine Patri et Filii et Spiritus Sancti”. E si ritorna al punto di partenza. Pubblicata su La Sicilia 16.02.2012. Saro Pafumi
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