. Inviata 02.10 15.10 28.10
Non si contano le tornate elettorali alle quali siamo chiamati, da quelle comunali, alle provinciali (tra poco), alle regionali e nazionali e infine a quelle europee. E’un susseguirsi di appuntamenti elettorali che ci immergono in un clima di ‘lotta continua’, basata sulla costruzione di un futuro immaginario, trascurando il presente. Seduti sulla sponda di un immaginario fiume, noi elettori, nei tanti dibattiti che affollano i media, vediamo scorrere davanti a noi fiumi di parole, di progetti, di promesse, che rimangono confusi suoni, mentre la terra trema sotto i nostri piedi. Non c’è spazio per orientarsi in questa selva di proposte e così i pochi che vanno a votare, spesso esprimono una preferenza senza convinzione, spinti dalla speranza che qualcosa cambi. Una speranza che non ha obiettivi, come non li ha quel segno che esprimiamo sulla scheda del voto. Finalmente la campagna elettorale si chiude e qualcuno vince o pensa di aver vinto. Ecco che un’altra tornata elettorale è alle porte, non importa se più importante o meno della prima. I dibattiti si riaccendono, più infocati di prima. La lotta continua. Seduti sulla sponda del nostro immaginario fiume, riascoltiamo smarriti il suono delle stesse parole e promesse di prima. Un gioco che non finisce mai, perché votare non è scegliere da chi essere governati e come, ma votare per il solo gusto di proclamate un vincitore, che tale rimane solo sulla carta, perché poi intervengono altri poteri a decidere cosa fare: l’intrigo politico, la giustizia con le sue sentenze, la Regione in lotta col Governo centrale, la Provincia contro la Regione, il Comune contro la Provincia,l’Europa contro lo Stato di turno, la Corte Europea per gli affari di sua competenza, persino il Papa, un Giove terreno con competenze su temi universali. infine lo spread, un jolly, in mano a chi ha le carte dell’economia, un’arma insidiosa e letale che uccide qualunque democrazia. A questo punto sorgono spontanee due domande: chi comanda e perché votare ? Il 37,2% ha risposto a questa domanda, astenendosi dal voto. E’ in assoluto il primo partito, cui andrebbe il diritto di formare il Governo, se vivessimo in una vera democrazia.
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