Come nasce una poesia.
Quando osserviamo un evento della natura,
cerchiamo sempre di interpretarlo. Così guardando, in una giornata tiepida e
serena, i rami tremuli di un albero, che svetta alto e maestoso, si pensa a
qualcosa. Se si ricorre alla scienza, la risposta è facile. E’ l’effetto dei
raggi del sole sull’aria, che riscaldandola la spinge in alto dove trova aria
fredda che la fa confluire in basso. Ecco spigato il perché quei rami
dondolano. Alla fantasia non basta e se si aggiunge l’estro descrittivo di chi
osserva quel fenomeno, la conclusione è diversa. Piace immaginare quel
movimento come una danza che imprime l’aria, al suono di una musica
percettibile solo dalla natura. Quasi un incontro amoroso tra i protagonisti di
quel fenomeno: il vento, soave e leggero e i rami, vogliosi di riceverlo: una
carezza d’amore. Quel dolce dondolio può significare qualcos’altro: un dialogo
tra i rami e il vento, ora immobili i primi, ora in movimento,come se la pausa
fosse il silenzio per ascoltare e il movimento, la risposta con mute parole. La
fantasia può tutto. E’ la fonte ispiratrice dei poeti. Penso a Leopardi che
considera la natura fonte d’illusioni e di un fiore “La ginestra”ne é un
simbolo : “fiore gentile, e, quasi provando compassione per i mali degli altri,
fai salire al cielo un dolcissimo profumo che consola il deserto”.Un
comunissimo fiore che a noi comuni mortali ci colpisce per il profumo e il suo
colore, ma per Leopardi è la fonte ispiratrice di una poesia sublime. Cos’è
quel tremolio dei rami, se una pia illusione? Una danza, un dialogo o un
semplice effetto termico? La fantasia in certi casi ha il sopravvento sulla
realtà e per chi ha un animo sensibile diventa poesia, insegna Leopardi.
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