giovedì 2 giugno 2011

I processi mediatici, spettacoli indecorosi

Possibile che non ci sia uno straccio di norma, l’iniziativa di un magistrato, il varo di una legge, l’intervento della Corte Costituzionale o chissà chi per impedire questi processi mediatici su fatti di cronaca nera ancora “fumanti”? Ci si appella da più parti al diritto di cronaca, ma mi chiedo: rientrano nel diritto di cronaca anche le ricerche di prove e indizi, interviste di presunti colpevoli e fiancheggiatori, parenti e testimoni? E il segreto istruttorio che fine ha fatto, se anche taluni magistrati non disdegnano di farsi intervistare fornendo prove, indizi ed interpretazioni sulle istruttorie in corso? Tanto vale che il processo abbandoni le vecchie aule giudiziarie e si celebri negli studi televisivi. Del resto, oggi, i processi seguono due distinte percorsi: quello sostanziale affidato alla legge e quello formale seguito dalla Tv. Un tempo l’Italia rappresentava la culla del diritto, forse in queste condizioni si potrebbe parlare di culla del “rovescio”, L’Inghilterra che del diritto di cronaca ha fatto il suo vangelo, con i processi ha un approccio serio, se è vero che non permette riprese televisive all’interno delle aule giudiziarie, fa trapelare col contagocce notizie al riguardo, tutela la privacy dell’imputato, persino coprendogli il volto (il caso Restivo, docet!) e i giornalisti sono persino diffidati dal comunicare notizie che possano tradire il segreto istruttorio. Questi ultimi casi giudiziari poi, hanno fatto scoprire in Italia le debolezze delle indagini che se non si fondano, com’ è ormai consuetudine, sulle intercettazioni non vanno da nessuna parte. Un’altra considerazione che fa accapponare la pelle, poi, è la facilità con la quale i presunti colpevoli, i testimoni e persino i parenti della vittima concedono interviste ancor prima che sia loro consegnato il corpo della vittima per far celebrare i funerali. Possibile che l’uomo possa metabolizzare tanto dolore in così breve tempo? E mi chiedo ancora: che ne sarebbe della Tv. se non ci fossero Berlusconi con le sue vicende giudiziarie e boccaccesche e questi delitti controversi e misteriosi con cadenza settimanale a impegnare giornalisti e ospiti vari? Qualche ospite di queste trasmissioni –disgusto definisce questi processi-spettacolo “tritacarni mediatici” salvo un minuto dopo aver fatto questa dichiarazione lasciarsi andare in previsioni di colpevolezza, ipotesi di soluzioni, profili psicologici dei protagonisti e via discorrendo. Verrebbe da dire:“ Meno male che Silvio c’è” e ci sono pure questi delitti, altrimenti la Tv. navigherebbe nella melma paludosa di spettacoli del tipo: grande fratello, l’isola dei famosi e cretinate varie.
Pubblicato su La Sicilia il 02.06.2011 Saro Pafumi

1 commento:

roberos ha detto...

E' 'o popolo che 'o vo' caro avvocato. Il crimine fa notizia, tira su l'ascolto. I morti ammazzati, i bambini dimenticati in auto, un barcone di disperati che si rovescia in mare <> << scusa mi passi il sale? Guarda guarda...non si è salvato nessuno! buona sta frittura, cambia va' che comincia Beautiful >> E' il popolo che lo chiede , e la tv si adegua! Vuoi il sangue? Ed io te lo do! Ti interessa sapere la clamorosa svolta nelle indagini? Tra 2 minuti, nel frattempo goditi questa bella famigliola del mulino bianco o preferisci Totti che porta un amico in vodafone? Ormai tutto quanto fa spettacolo ed il godimento del telespettatore medio è direttamente proporzionale alla durezza della notizia. La televisione italiana è alla frutta, la scelta è aumentata rispetto a 30 anni fa ma la qualità è precipitata vertiginosamente e difficilmente potrà risollevarsi fino a quando trasmissioni come il grande fratello continuano a fare 10 milioni di spettatori. Soluzione? Io per stasera ce l'ho. Spengo la TV e me ne vado in costiera "uno spettacolo"!
cordiali Saluti
Roberto Rosica