sabato 29 gennaio 2011

ETNA TRA NEVE E FUOCO

Nei giorni scorsi è bastato che l’Etna mostrasse il suo temperamento di fuoco con scintillanti cascate e getti incandescenti, perché i giornali nazionali se ne interessassero con articoli, foto e video. Segno evidente che l’Etna quando smette i panni della “montagna” per mostrarsi come “vulcano” l’interesse è generale. La peculiarità dell’Etna è il fuoco che ribolle al suo interno che di tanto in tanto vomita, dando il meglio di sé. Uno spettacolo che attira carovane di turisti, anche quando finisce di borbottare, perché essere stati sul più alto, grande e attivo vulcano d’Europa è un’impresa da raccontare.
Noi forse perché abituati a vivere con la terra che ci trema sotto i piedi e con il nero delle pietre che caratterizza paesaggio, il vulcano lo ignoriamo, preferendo ammirarlo con la sua camicia bianca. E’ sull’aspetto nevoso dell’Etna che la nostra attenzione si concentra, tralasciando la sua potenzialità turistica dal punto di vista paesaggistico e naturale, che non ha confronti col resto d’Europa. Dell’ Etna si parla esclusivamente nei mesi invernali, per denunziare la mancanza di neve o la possibilità di sciare, mentre in estate il disimpegno informativo è totale, Questo strano nostro modo di considerare la peculiarità dell’Etna m’induce a pensare che forse nella nostra Sicilia orientale abbiamo troppo: spiagge, città barocche, bellezze naturali, clima ideale. Del “vulcano”, autentico tesoro e fonte di richiamo se ne può fare a meno.
E’ il caso d’incominciare a pensare e ad organizzarci diversamente, perché se lo sport invernale che si pratica, non sempre possibile, tra cielo, mare e montagna è un’occasione unica, il vulcano, serbatoio di fuoco e palcoscenico di spettacoli suggestivi non ha confronti in tutta Europa.
Pubblicata su La Sicilia il 04/02/2011 Saro Pafumi

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