Spesso noi lettori scriviamo su questa rubrica non risparmiando critiche contro questo o quell’amministratore per le tante disfunzioni che affliggono i cittadini. Critiche quasi sempre giustificate da problemi oggettivi, ma talvolta ingenerose contro chi, anche volendo, non riesce a risolverli non per mancanza di volontà o inettitudine, ma per ostacoli burocratici o difficoltà economiche o, diciamolo, anche per scarsa collaborazione civica. In queste critiche si spazia dalla difficoltà della circolazione nei centri abitati, alla raccolta della spazzatura, alla scarsa illuminazione delle strade, alla segnaletica, all’affissione selvaggia, al verde pubblico e così via. Lagnanze legittime e oggettive, ma speso contro obiettivi impotenti di fronte a problemi quasi insolubili. E’ facile protestare contro i Vigili urbani che non intervengono contro le auto in terza fila o in prossimità degli incroci; contro l’immondizia che invade le strade; imprecare e protestare contro la circolazione caotica delle auto nei centri urbani. Protestare è facile. Quanti di noi rinunziano a cercare un parcheggio lontano dal luogo di destinazione, per non farsi “quattro passi a piedi?”; quanti di noi si attengono al codice della strada rinunziando a transitare in senso vietato?; quanti di noi depositano il sacchetto della spazzatura fuori orario o nei posti più impensati?; quanti siamo disposti a lasciare l’auto a casa, riluttanti a privarci di questo comodo (?) mezzo di comunicazione? Quanti di noi vorrebbero vedere ben curato il verde pubblico, ma non disdegnano di sporcarlo con cartacce, contenitori d’ogni genere e cicche?. In quasi tutti noi c’è l’abitudine di delegare agli altri la soluzione di tutti i problemi, alcuni dei quali contribuiamo a crearli noi stessi. Per usare un esempio improprio, mi sembra che tutti siamo disposti a sederci attorno ad un tavolo per mangiare, ma nessuno disponibile ad apparecchiare o a lavare i piatti. Ci deve essere sempre qualcuno che raccolga i nostri avanzi o risolva le conseguenze delle nostre cattive abitudini. Recita un vecchio proverbio cinese: “ Se ciascuno spazzasse dinanzi alla porta di casa sua, il mondo sarebbe più pulito”. Il problema è che noi la scopa la vogliamo vedere nelle mani degli altri, se in quelle degli amministratori, ancora meglio. Non li abbiamo eletto, forse, per servirci?
Pubblicato su La Sicilia il 17/12/2010
Saro Pafumi
Nessun commento:
Posta un commento