Lo dico a La Sicilia pubblicato 09/01/2010
“A me mi piace” direbbe Gigi Proietti reclamizzando una nota marca di caffé.
E a me mi piace Di Pietro come uomo politico, aggiungo di mio. Lo trovo ruspante come il pollo di campagna, genuino come il vino non adulterato, casereccio, come il pane cotto nel forno a legna. L’Italia ha bisogno d’uomini politici come Di Pietro, perché in realtà interpreta con la sua maschera teatrale una parte di noi che s’identifica con la natura più selvaggia. Anche il suo parlare è grezzo, come un pezzo di ferro che deve ancora essere forgiato. La sua stessa cultura è come un timballo di riso in cui ci trovi di tutto e tutto ci puoi aggiungere. E poi, confessiamolo, quanti di noi non hanno desiderato l’arresto di questo o quell’uomo politico, colto con le mani nella marmellata?
Che ci sia “un gendarme” in parlamento a presidio dell’onestà, dell’incorruttibilità, della correttezza lo trovo rassicurante. Egli è il rappresentante di tutte le minoranze: onesti, oppressi, diseredati, disoccupati, ignoranti (nel senso buono). scontenti. E’ la dimostrazione come in democrazia l’accesso alla politica è consentito a chiunque. E’ come un concorrente del Grande Fratello prestato alla politica, un naufrago dell’Isola dei famosi asceso in Parlamento, un vicino di casa che volente o nolente devi incontrare, un compagno di briscola da bar dello sport, un giocatore di calcio che puoi impiegare in tutti ruoli, arbitro compreso, un politico che usa la logica come Tarzan le liane, un acrobata che spinato, un personaggio che nel presepe può impersonare un Re magio o l’asinello, un incubo onirico se hai mangiato di pesante.
E’ tutto e di più! Che “c’azzecca” con la politica non l’ho ancora capito Lo vedo meglio come guardia carceraria.
Linguaglossa 095/647245
Grazie. Saro Pafumi
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