giovedì 20 febbraio 2025

Il diritto all'oblio

 

Il diritto all’oblio.

Da un po’ di tempo, alle fatiche e ai tanti problemi che ci tocca di affrontare nella vita quotidiana, sempre pù stravolta dalla tristezza che essi comportano, si sono aggiunti i social, in particolare certi media, che giornalmente ci propinano notizie sugli avvenimenti del giorno, caratterizzati in massima pare di cronaca nera. Se da una parate è doveroso informare gli utenti di ciò che di negativo avviene, riempiendo la descrizione dei particolari sconcertanti, è più sconcertante la ripetizione/ricostruzione degli stessi, che si ripetono nel tempo, come se quell’accadimento fosse ancora di attualità. Penso ai familiari delle vittime, che sedimentato il dolore, quando si può, rivedono, fatti accaduti anni prima, in cui ogni ricordo diventa drammi, uragani che devastano l’anima, In altre nazioni “ civili” esiste il dovere all’oblio, ossia il diritto che il reato di cui qualcuno si è macchiato non sia più divulgato dalla stampa e dagli altri canali d’informazione; a condizione che il pubblico sia già stato ampiamente informato sul fatto e che sia trascorso un tempo sufficiente dall'evento, Per quanto ne sappia, tale diritto è riconosciuto e applicato in Svizzere, in Inghilterra e in America. Da noi questo diritto/dovere non è previsto, anzi ignorato e calpestato, e la storia della vittima, il pasto dei corvi. Pubblicata oggi 20.02.2025 su La Sicilia.

martedì 11 febbraio 2025

Parco dell'Etna. Viabiltà e legalità-

 

Lo dico a La Sicilia  pubblicata il 10 febbraio 2025 in quadro evidenziatore   considerata l’importanza dell’argomento.

Parco dell’Etna, Viabilità e legalità..

Non occorreva il caos avvenuto sull’Etna in questi ultimi fine settimana di questo strano gennaio,per capire che nel Parco, che prende il nome dal vulcano, quanto accaduto,sul piano della sicurezza, rientri,ormai, in ambito penale, mancando una via di fuga,necessaria in queste situazioni. La soluzione era stata trovata negli anni settanta, ipotizzando una cabinovia che partendo da contrada ‘Sciaramica’ arrivasse fino a Piano Provenzana. Le idee anche nel nostro martoriato Sud non mancano, ma al momento di realizzarle, la volontà si sbriciola in un nulla di fatto. Stando così le cose, la soluzione resta una sola: ricorrere al numero chiuso, regolato dalla necessaria prenotazione, per evitare d’incorrere nel codice penale, già numerose volte violato. Una iniziativa che non è una facezia ,ma l’impegno di ogni civile comunità per salvare se stessa. Se dovesse accadere qualche tragedia, (Dio non voglia) non s’ invochi la malasorte. Cadranno molte teste, Comune, Prefettura e Parco. Ci pensino i responsabili indicati e si decidano a mettere in atto i necessari provvedimenti, per rendere la viabilità sicura. E’ auspicabile che l’Etna possa ospitare in tutta sicurezza le molte o poche persone che vogliono godersela, evitando di rimanere prigionieri del caos. Del resto, si sa, la folla non permette mai servizi adeguati. Quanto oggi accade, non fa onore alla nostra montagna e diffonde un’immagine negativa di questa nostra realtà da sogno.

lunedì 3 febbraio 2025

La mancia,un dovere civico,Non pensiaamo solo alla pancia

 

La mancia, un dovere civico. Non pensiamo solo alla pancia

Si discute spesso della necessità di rendere obbligatoria la paga oraria minima per chi lavora. Mentre si riflette e nulla si conclude, mi viene in mente come in alcune nazioni è resa obbligatoria la mancia. In linea di principio, considerata la tirchieria, che si nota in giro, in fatto di mancia, l’obbligo legale si giustifica. Sarebbe più opportuno, invece, che la mancia, intesa come compenso per chi presta un servizio retribuito, restasse facoltativa, educando la gente a essere più generosa. Il metro con cui misurarsi per elargirla dovrebbe oscillare da un 5% a un 20 % inversamente proporzionale al prezzo del servizio prestato. Un’abitudine che ciascun cliente/consumatore dovrebbe spontaneamente osservare per lenire e rendere più equa la remunerazione, nell’ambito delle attività, in cui d’uopo la mancia si elargisce. Un contributo di solidarietà generalizzata che incide poco sulla tasca del consumatore, ma infinitamente comodo per il lavoratore, che, in tal modo, arrotonda il compenso ‘legale’ convenuto. rendendolo più motivato sul lavoro. Osservare ragazzini/e, che finito l’obbligo scolastico, prestano la loro opera a servizio dei clienti intenerisce non poco, in primo luogo perché dimostra che la strada che si persegue con il lavoro è onorevolmente la strada giusta e in secondo luogo dimostra come nella generalità dei casi, dietro quella ricerca di lavoro mal retribuito si nasconda una grave condizione economica familiare. Una volta tanto non pensiamo solo al piacere della pancia, ma accompagniamoli ai sussulti del cuore. Pubblicata oggi 03.02.2025 su La Sicilia