L’Etna, la
montagna, la mamma
Bisogna
nascere o viverci alle pendici dell’Etna, per capire l’amore profondo che
l’uomo ha con la sua ‘montagna’. Noi valligiani chiamiamo “ mamma” l’Etna, che
sovrasta i paesini etnei. A lei pensiamo, con la stessa devozione che è dovuta
a una genitrice, con le gioie che comporta, quando è in salute e le apprensioni,
quando, arrabbiata, erutta. Ogni mattina, quando inevitabilmente la guardiamo,
godiamo solo a vederla, perché per noi la montagna non è solo neve o fuoco, ma
contemplazione, spettacolo per il nostro spirito, ansia e speranza insieme. Nel
linguaggio popolare parliamo di lei come di una persona viva, perché viva è la
montagna per noi. Nessun mortale può avere, con le montagne che circondano il
proprio paese, lo stesso amore che noi abbiamo
con la nostra ‘montagna’. Intanto perché è diversa da tutte le altre:
cambia forma e aspetto nel tempo. Si direbbe che invecchia, senza perdere la
sua giovanile vitalità e la sua bellezza, come avviene per una divinità, qual è
stata considerata nell’antichità. Una sorte che a noi mortali non è consentita,
giacché lentamente ci pieghiamo al volere del tempo.Fa rabbia vederla, a volte,
calpestata e offesa, quasi derisa dall’azione dell’uomo, che non merita tanta
bellezza. La sua reazione è quasi umana. sputa fuoco e diffonde tremori, per
ricordarci che noi umani, siamo ben poca cosa di fronte alla Natura, che lei rappresenta
Il suo profumo di resina, si diffonde tra le valli, fiocchi di neve si adagiano
sul suo corpo che a noi, scolpito, appare. A gennaio, quando il vento fa una
sosta e l’aria è cosparsa di bianco silenzio, un sorriso ci regala e la
speranza di un’attesa. In primavera, liberate le sue membra dalla neve, ci
regala cuscini di sogni ( astragalo, romice, saponaria. A sera stupiti e
increduli la vediamo coperta da una coltre di stelle, come una corona azzurra
che la trasforma in regina, circondata dalle sue ancelle:le bianche, danzanti
betulle. Il silenzio che ci regala nelle alture è la voce della natura.Ci
sembra di ascoltarla, adagiati su un cuscino di nuvole, con lo sguardo che si
smarrisce nel lontano orizzonte blu. Pubblicata oggi 20.01.2025 su La Sicilia
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