Ai giovani d’oggi.
Finora
abbiamo taciuto, sbagliando. Ma ci dovrà pur essere qualcuno che vi parla col
cuore in mano. In genere questo compito spetta a noi genitori, ma quanti di noi
hanno il coraggio di dirvi realmente come stano le cose? Ci sforziamo, perciò
di darvi quello che possiamo, eludendo il problema principale: il vostro
futuro. E’, forse, per questo senso di colpa, accompagnato dall’amore che
nutriamo per voi, che vi garantiamo quel minimo di benessere che possiamo: facendovi
studiare e procurandovi magari qualche sano divertimento. Ma non illudetevi,
perché tutto ciò finirà alla nostra morte, nel qual caso dovrete camminare
sulle vostre gambe. E non è detto che ci riusciate, perché le premesse sono
assai tristi. La patria ci offre poco, impegnata com’è a salvare se stessa e
anche noi, ma ci vuole tempo perché si ricostruisca. L’Europa è un cantiere
aperto, in cui le cose da fare sono molte e non si comprende quali prospettive
ci saranno. Per rendere l’immagine più chiara, dobbiamo immaginare l’Europa
come una casa in strutturazione, dove al momento manca tutto: Il bagno, la
cucina, il posto per dormire e i mobili sono accatastati in un unico ambiente.
In queste condizioni la precarietà è d’obbligo e le previsioni sulla durata
della strutturazione sono ignote. Nessuno ha la sfera magica nella quale poter
leggere il futuro, ma, a naso, vi confessiamo che i tempi che vi aspettano
saranno duri e incerti. Cosa fare in queste condizioni? Per prima cosa occorre
stringere i denti, impegnarsi al massimo negli studi o industriarsi nel
migliore dei modi. Chi vorrà recarsi all’estero, non perda tempo, perché
arrivarci giovani serve a voi stessi e al mondo che vi attende. Per chi rimane,
non disdegnare nessuna forma di lavoro, purché rispetti la dignità umana.
Migliorare è sempre possibile, purché si abbiano determinazione, volontà e
fortuna. Quanto durerà questo stato di incertezza e precarietà? Meglio non
pensarci, perché si corre il rischio di farsi venire i brividi nella schiena. Voi
giovani, avete a disposizione una piccola zattera messa a vostra disposizione
dai vostri genitori, ma non è con la zattera che si può navigare in mare
aperto. Occorre saper nuotare da soli, perché l’approdo è lontano e incerto, ma
c’è, siatene certi. Basta volerlo con determinazione e la gioventù vi aiuta.
Cosa possiamo augurarvi noi genitori? Auguri e buona fortuna. E il nostro
amore, immenso, appena velato di tristezza. Saro Pafumi FB 08.06.2014
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