domenica 9 giugno 2013

L'inarrestabile declino dei nostri centri storici.

Chi ha la ventura di visitare i centri storici dei nostri paesini rimane smarrito di fronte al loro continuo, inarrestabile declino. Un tempo centri propulsori di economia, potere e vita rappresentativa, sono diventati, col trascorrere impietoso del tempo, aree morte e abbandonate. Le case per lo più “patrizie”, un tempo popolate, sono diventate involucri senz’anima. Le finestre dei palazzi, talvolta sontuosi, che con il loro sbadiglio mattutino, facevano intuire la ricca vitalità che vi albergava, sono diventate palpebre socchiuse dietro le quali si aggirano i fantasmi di chi vi abitava, cacciati, partiti, deportati chissà dove. Un’aria di tristezza e di abbandono, quasi di morte li avvolge. Non si vedono più nelle viuzze, un tempo salotti estivi, massaie sedute di spalle intente a sferruzzare, bofonchiando parole incomprensibili o pettegolando sull’occasionale, sfortunato passante, né si sentono i passi cadenzati di asini svogliati col loro carico di preziosi alimenti o di fieno. Inutile alzare il capo: dai balconi delle case patrizie nessun segno di vita, nemmeno la parvenza di un’anima risucchiata dal lento evolversi della storia. Auto in sosta perenne si vedono nelle viuzze, appena larghe da consentire il solo passo di un pedone; sembrano la parodia di un corteo funebre, anch’esso immobile, quasi a indicare che qui tutto è inerte, perché il tempo ha sepolto uomini e cose. Di questi centri e dell’opulenza dei loro palazzi resta la testimonianza di una qualche sbiadita foto ricordo o il caparbio abbraccio di una pianta rampicante a ciò che di questi palazzi rimane: un ultimo disperato baluardo contro l’incuria umana più devastatrice del tempo.


Pubblicata su La Sicilia il 09.06.2013.Saro Pafumi.

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