Recentemente è’ stata collocata sulla facciata della canonica della Chiesa Madre di Linguaglossa una grande lapide dedicata a F. Messina, riportante, virgolettati, alcuni ricordi della sua infanzia vissuta a Linguaglossa, sua città natale, tratti da uno scritto autobiografico dello stesso Artista. La collocazione di detta lapide, in riferimento all’importanza dell’Artista e al suo paese nativo, ha determinato, a torto o a ragione in una parte della popolazione, la più acculturata, un atteggiamento di sufficienza, quasi a voler prendere le distanze dall’iniziativa. La decisione di collocare la lapide nel sito indicato, sembra ricavarsi, nell’intenzione dell’ideatore, dai ricordi dell’Artista che colloca la casa natale “adiacente” alla Chiesa Madre; nel ricordo dei suoi parenti che, a quanto pare, hanno lasciato impronte lavorative nelle stessa Chiesa, dove l’Artista fu battezzato. Sono argomenti validi a giustificare la collocazione di tale lapide, con l’annotazione: “Rapporto speciale Messina- Matrice”? Come “osservatore” di ciò che mi accade intorno, mi limito a registrare il tono distaccato di una parte del paese. Poiché non mi piace indossare i panni di Pilato aggiungo di mio che l’iniziativa, seppure ispirata a “scoprire” un inedito “Rapporto speciale Messina- Matrice”, quale si legge nell’epigrafe, tale legame “affettivo” appare un po’ “debole” o “forzato”, se motivato unicamente: a) dall’opinabile “attiguità” della casa natia alla Chiesa Madre, che stando ai documenti anagrafici si colloca in Via Vignitti, una strada non certamente attigua alla Chiesa Madre, semmai “vicina” per quanto questo concetto spaziale possa essere indicativo in un paese di limitate dimensioni; b) sul ricordo che parenti del Messina abbiano lasciato “impronte lavorative” nella Chiesa Madre; c) sulla circostanza che nella stessa fu somministrato il battesimo all’Artista. Non essendo né acculturato, né storico lascio alla diatriba paesana la soluzione della “vessata questio” sul tema “ Rapporto speciale Messina-Matrice”, che comunque non va sottaciuta, considerato lo “spessore” di F. Messina e i riferimenti storici legati all’Artista, che rimarranno a imperitura memoria, non suffragati, fino ad oggi, da prove certe e univoche, ma da semplici considerazioni. A voler seguire l’insegnamento di Bufalino, occorre, in certi casi, stare attenti, perché: “ La certezza è la nemica invidiosa della verità” Pubblicato su La Sicilia il 27.01.2013 Saro Pafumi
martedì 22 gennaio 2013
mercoledì 16 gennaio 2013
La politica e gli epiteti
Ciò che sconvolge e sconforta nella politica italiana, a parte le numerose contraddizioni e inconcludenze in essa contenute, è quell’ironia sciocca che contraddistingue quasi tutti i protagonisti, riportata dai giornali a caratteri cubitali, quasi fosse una notizia degna di nota. Mi riferisco alle quotidiane battute sul piano personale, come quelle che si ascoltano nei cortili dei condomini da un balcone all’altro, tra massaie inviperite per uno sgarbo subito o al mercatino rionale. Se questi eminenti politici si dedicassero alle cose concrete anziché alle invettive personali, farebbero cosa gradita agli italiani. Gli elettori non hanno bisogno di sentire epiteti, questi si ascoltano tutti i giorni per le strade o al mercato. Le qualifiche da appioppare ai politici lasciamoli agli elettori che in quest’ambito hanno le idee molto chiare e spesso ci azzeccano. Saro Pafumi.
domenica 13 gennaio 2013
Etna, stop alla politica dei due versanti
Mi ha meravigliato, ma non più di tanto, l’affermazione del nuovo presidente dell’Etna Parco Marisa Mazzaglia, con la quale debutta nel nuovo, meritato incarico: “ Mai più politiche di versante”. La frase è di per sé eloquente e sincera, perché implicitamente riconosce ciò che oggettivamente, ahimè, senza successo, si denuncia da tempo dal versante di Linguaglossa Etna Nord. E’ da anni che su questa stessa rubrica abbiamo posto l’accento su questo problema, tant’è che nel lontano 2004 La Sicilia ebbe gentilmente a pubblicare una mia lettera dal titolo: “ Linguaglossa e Nicolosi: figli e figliastri” .Quella missiva iniziava così: “ Due pesi e due misure è il giudizio che è percepito, con amarezza, dalla maggioranza dei linguaglossesi, riguardo agli interventi con i quali gli Enti responsabili soddisfano le legittime richieste dei comuni di Nicolosi e Linguaglossa, rispettivamente rappresentanti capifila dei versanti Sud e Nord dell’Etna”. Seguivano una serie di amare considerazione che evidenziavano nella loro crudezza il diverso , inspiegabile interesse nei confronti dei due versanti. La lettera concludeva: “Un cordone ombelicale lega questi due versanti, accomunati dallo stesso destino che è o dovrebbe essere uguale, se è vero che sono figli della stessa comune madre “La Provincia” La felice espressione usata dal neo presidente del Parco. “Mai più politiche di versante” in occasione dell’incontro avuto col personale del Parco, riportata su La Sicilia dell’11/01 pg, 39 fa ben sperare. Spesso l’auspicata “quota rosa” ai vertici delle Istituzioni è propiziatoria di buone novelle. Se così è, auguri di buon lavoro al neo presidente che in quanto anche mamma di due figli, identico amore vorrà e saprà trasferire ai due gemelli dell’Etna Linguaglossa e Nicolosi. Almeno, speriamo.
Pubblicata su La Sicilia il 13.01.2013. Saro Pafumi
Pubblicata su La Sicilia il 13.01.2013. Saro Pafumi
sabato 5 gennaio 2013
Le promesse dei politici
Se le parole talvolta sono violenza, quelle pronunziate dai politici, alla vigilia di ogni tornata elettorale, sono stupri alla nostra intelligenza. Le promesse fioccano, ma anziché avere il tocco lieve della parola sincera, hanno la maschera torbida dell’inganno. I politici, com’è costume di ogni impostore, indossano le vesti dei benefattori pronti ad aiutare le persone, dimenticando che un momento prima le avevano spogliate, tartassate, derubate. Non c’è colore o collocazione politica che si sottragga all’istinto della bugia, perché la menzogna per il politico è come il viatico amministrato ai bisognosi , quali talvolta inconsapevolmente sono gli elettori. Memento civis elector al momento del voto, perché la libertà di scegliere se è un semplice tratto di matita sulla scheda, talvolta può tramutarsi in un cappio al collo. La sottile arte del travestimento ha origine antiche, legata essenzialmente al mondo della rappresentazione, oggi sfrontata prerogativa dei politici Diffida, elettore, dalle facili, tardive, strumentali promesse, perché agli spergiuri le parole escono dalla bocca prima che se ne avvedano e l’impostura gli va avanti e la spregiudicatezza a lato.Pubblicata su La Sicilia 08.01.2013. Saro Pafumi
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