domenica 23 dicembre 2012

La filosofia del profitto delle Poste Italiane

Non passa giorno senza che le Poste Italiane ci riservino la chiusura di Uffici postali in zone decentrate. I siti chiusi non si contano e stavolta è toccato all’Ufficio postale di Presa. A parte il disagio per le popolazioni che abitano nelle frazioni, talvolta distanti alcuni chilometri dagli uffici postali più vicini, la filosofia delle Poste italiane sembra essere ispirata al concetto del risparmio. In un’economia sofferente la vocazione al risparmio, può avere una sua ratio, quando, però si legge il bilancio in attivo delle Poste Italiane, i conti non tornano. Basta frequentare gli uffici postali della nostra zona etnea perché lo sgomento aumenti: Uffici zeppi di persone senza neanche talvolta, il conforto di un “elimina code” che suona offesa alla dignità umana. Senza parlare che in nessun ufficio postale esistono posti a sedere, né servizi igienici, il che aumenta la sofferenza degli utenti. Quando il profitto, come in questi casi. assurge a “religione” lo sconcerto è d’obbligo Le Poste Italiane sono consapevoli dello sconcerto degli utenti, ma insistono a mantenere livelli di servizio da terzo mondo. Perché nessuna vibrata protesta, oltre al solito inutile chiacchiericcio degli utenti in coda? Per due ragioni: il pensionato da cinquecento euro al mese non ha nemmeno il fiato per protestare e chi dovrebbe servirli e/o tutelarli li considera un gregge. Logica vuole che se c'è un gregge, esistono i mandriani, ovvero coloro che, eufemisticamente, sono definiti manager. Saro Pafumi. Pubblicato su La Sicilia il 24.12.12







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