martedì 8 maggio 2012
Banche, alla faccia della trasparenza.
Chi vive in città ed è abituato a servirsi dei mezzi pubblici conosce i rischi ai quali va incontro: il borseggio. Ciascuno adopera gli accorgimenti più idonei per evitare spiacevoli sorprese, anche se, di fatto, scendendo dal bus qualche volta ha l’amara sorpresa di non trovarsi addosso il portafogli. Le cronache non parlano più di simile amare esperienze vissute, perché, purtroppo, c’è molto di più da raccontare: scippi con traumi, rapine, omicidi. Salvaguardarsi dal borseggio è diventata un’arte anch’essa e ciascuno s’ingegna come meglio crede. C’è però una rapina quotidiana di cui nessuno parla o se qualche accenno è fatto, rimane sepolto nell’indifferenza secondo l’antico proverbio:”lassaui dittu u puddicinu ‘nta nassa, quannu maggiuri c’è minuri cessa”. Mi riferisco alle rapine che le banche quotidianamente consumano a danno degli ignari utenti spesso distratti da estratti conto illeggibili o che nascondono tra le pieghe commissioni non dovute o inspiegabilmente aumentate in spregio alla sbandierata trasparenza bancaria. Chi non ha un conto corrente per il disbrigo dei propri affari? Molti però non sanno che il cassetto, dove sono conservati i propri risparmi o il conto corrente che regola i rapporti tra banca e clienti ha due chiavi: una in mano all’utente, l’altra in possesso della banca che apre e chiude il cassetto a suo piacimento, detraendo dal conto o aggiungendo secondo i casi ciò che le fa comodo Provate a protestare per una commissione non dovuta o una spesa non motivata. Un muro di gomma impedisce qualsiasi spiegazione e solitamente la risposta è sempre la stessa: la direzione ha disposto…..; il regolamento stabilisce…...; il contratto bancario consente…. e via discorrendo. Domanda: perché un esercente è obbligato ad esporre il listino dei prezzi, perché un negoziante deve rilasciare lo scontrino fiscale, perché un artigiano deve fare la fattura, mentre le banche non devono fare altrettanto e ti comunicano tutto a cose fatte ossia con l’estratto conto, quando ormai la frittata è fatta? Quanti hanno la possibilità o la competenza di controllare il proprio estratto conto? Quanti hanno il collegamento via Internet con la propria banca per controllare e verificare giornalmente le operazioni contabili? Con le banche avviene esattamente lo stesso borseggio che accade sui mezzi pubblici. Su quest’ulti con una buona dose di prudenza si po’ rimediare, con il borseggio bancario spesso si soccombe.
Pubblicata su La Sicilia 08.05.2012 Saro Pafumi
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