lunedì 26 settembre 2011

Piano Provenzana Cinque domande che attendono risposta

Ci sono eventi naturali incontrollabili: terremoti, inondazioni, eruzioni vulcaniche come quella che nl 2002 ha distrutto Piano Provenzana. Eventi di per sé imprevedibili e ingovernabili, Ci sono poi gli eventi causati dall’egoismo o dall’incuria dell’uomo: guerre, devastazione della natura, solo per fare alcuni esempi. Ci sono però eventi umani causati da fatti o atti omissivi altrettanto calamitosi che si aggiungono ai primi contribuendo a rendere la realtà più torbida. Sono questi ultimi i più pericolosi perché ripetitivi, scientemente perpetrati e per nulla giustificabili. E’ su quest’ultimo tipo di calamità che vorrei formulare cinque domande a chi si occupa di rilancio turistico dell’Etna Nord. Chiedo ai Sindaci del comprensorio, alle autorità preposte alla tutela, vigilanza e sviluppo del territorio, agli operatori turistici:
Primo: Per quale motivo dopo nove anni dall’eruzione del 2002 che ha distrutto la quasi totalità delle strutture recettive ancor oggi non c’è la benché minima traccia di insediamenti turistici?
Secondo: Le aree edificabili sono state assegnate agli operatori interessati alla loro realizzazione?
Terzo: Il ritardo è imputabile a cause naturali o a comportamenti omissivi?
Quarto: Le autorità preposte alla vigilanza hanno messo in mora i concessionari, ricorrendo alla revoca delle concessioni, in caso di ritardi immotivati?
Quinto: Cosa s’intende attuare per uscire da questo immobilismo produttivo e labirinto burocratico?
Pubblicata su La Sicilia il 26.09.2011. Saro Pafumi

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