venerdì 12 agosto 2011

Le feste:abbasta ca gira a grana

Oggi le feste di paese si celebrano con i riti e le tradizioni di cinquant’anni fa: “i bummi, a banna, a prucissioni e naturalmente …..a solita mangiata”. Non sono contro le tradizioni che rappresentano le memorie e le testimonianze che ci hanno lasciato coloro che ci hanno preceduto, ma un minimo di conoscenza storica sul personaggio o santo da celebrare e un certo revisionismo sul modi di celebrarli vanno auspicati. Prendiamo ad esempio le feste religiose S. Egidio e San Rocco che si celebrano a Linguaglossa, per parlare dei fatti nostri, ma il discorso investe gli altri. Se chiedete in giro chi fosse Sant’Egidio, tutt’al più vi sentite rispondere: “chiddu ca ci desi u bastuni a vecchia ca firmau a lava”. Se fosse turco, greco o cipriota pochi lo sanno e il resto della sua vita per i più, è molto indefinito. Per San Rocco, raffigurato con accanto un cane con in bocca una pagnotta, le conoscenze sono più particolareggiate, ma quello che più colpisce sentendo parlare, in giro, di questo Santo, più che la sua vita, sacrificata per curare gli appestati, è la storia di quel cane che lo accompagna, come se fosse più importante la seconda rispetto alla prima. Conoscendo poco o niente del Santo da celebrare, la ricorrenza, mi si perdoni il tono che può sembrar blasfemo, diviene un semplice rito propiziatorio abituale, quanto insignificante. Per fare un esempio è come se, invitati al matrimonio di una coppia, non conoscessimo i protagonisti della cerimonia. A meno che la festa o ricorrenza non sia l’occasione , l’ennesima, per addentrarci nel solito consumismo irragionevole e sfrenato, al quale in definitiva si riducono molte celebrazioni: “abbasta ca gira a grana” si sente infatti dire tra una festa e l’altra. Agnosticismo, dissacrazione, tutto questo? Forse. Certamente brutale realismo.
Pubblicata su La Sicilia il 12.08/2011. Saro Pafumi

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