L’imbrattamento di muri, pali, strade in occasione d’ogni tornata elettorale è ormai una consuetudine che fa parte delle nostre abitudini, quasi una tradizione che anticipa lo sporco di cui si colora la politica una volta conquistato il potere. Almeno, ci si consola, il periodo è limitato alla campagna elettorale, anche se i residui a volte permangono per mesi, se non per anni a deliziarci della loro immonda presenza. C’è pero un’altra usanza deleteria e sporcacciona, più della prima ed è l’uso di praticare il volantinaggio che lascia sulle strade, avanti agli usci delle case, sotto i tergicristalli delle auto nelle cassette della posta e in genere in ogni pertugio utile allo scopo montagne di carte di cui disfarsi è un’impresa. Come ogni cosa inutile che invade la nostra vita quotidiana questi volantini finiscono per terra abbandonati dalla maleducazione civica o sospinti dal vento per tramutarsi in tappeti cartacei. Molti di questi volantini finiscono inesorabilmente per rimanere imprigionati tra gli erbosi cigli stradali. pronti a riaffiorare quando è praticato il taglio delle erbe infestanti che insolitamente avviene, quando la stagione turistica volge al termine. Una pratica che anziché risolvere il problema lo aggrava. Gli operatori, infatti, usano “i soffiatori” col risultato che le foglie anziché raccolte sono accumulate lungo i cigli stradali, pronti a sparpagliarsi alle prime folate di vento o al semplice passaggio delle auto. Come si possa tollerare questo strano modo di far pulizia che costa denaro ed è palesemente infruttuoso è un mistero.
Possibile che anche questi apparentemente piccoli problemi debbano essere sempre risolti “all’italiana? ” Una mala sorte o più verosimilmente una caratteristica che ci accompagna in ogni manifestazione del nostro vivere civile, dalla politica, alla morale per finire alla quotidianità.
Pubblicato su La Sicilia il 22.09.2010
Saro Pafumi
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