Se in questo periodo andate in un qualsiasi ufficio a presentare una pratica, l’impiegato dopo avervi osservato da capo a piedi, come se apparteneste ad un altro pianeta, con le movenze di chi vive un disagio psicomotorio vi preannunzia che la pratica rimarrà inevasa fin dopo le ferie, perché, è notorio, questo è il periodo in cui l’uomo-impiegato entra in letargo per svegliarsi confuso e tramortito alla fine del periodo feriale che, di solito, coincide con la fine di settembre. Personalmente da anni salto a piè pari i due mesi estivi di luglio e agosto, anzi addirittura ho eliminato i fogli dal calendario, per non avere la tentazione di presentare qualche pratica. In questo periodo preferiale stranamente la politica entra in fibrillazione, deliziandoci ogni giorno delle proprie stramezze. Non sarebbe conveniente, salutare e giudizioso che anche la nobile arte della politica entrasse in letargo, come la classe impiegatizia, risparmiandoci quotidianamente la solita scena da avanspettacolo fatta di denunzie, richieste di dimissioni, interpellanze, ecc. .Il riposo fa bene alla salute. Il silenzio e la mancanza di sproloquio ancor di più.
Sono sicuro che la mancanza dei politici e della politica in generale per due mesi all’anno sia rigenerativa non solo per la classe politica stessa, ma anche per i cittadini.
Se una pratica può rimanere sospesa per due mesi e oltre all, anno in coincidenza del letargo impiegatizio, non è il caso che questa regola valesse pure per la verbosità politica, che tra le tante attività umane è la meno richiesta?
Le ferie talvolta sono una iattura per chi ne subisce le conseguenze, un toccasana per chi le gode, ma possono essere una vera provvidenza per l’assenza di certi personaggi politici.
Pubblicato su La Sicilia il 21.07.2010
. Saro Pafumi
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