U vanniaturi di ieri e….. di oggi.
da “ Racconti di sera” di Saro Pafumi
Chi ha una certa età, si ricorderà certamente che a Linguaglossa decenni or sono, quando la mattina presto arrivava da Riposto o da Giardini il pesce, faceva la sua comparsa per le strade del paese “ Ninu lapollu, u vanniuturi”che con voce squillante, resa ancor più acuta dal vezzo di mettersi il palmo della mano dietro l’orecchio, annunziava l’arrivo delle freschezze ittiche: “U palaaaaamidu. u palaaaamidu, arrivau!”, “u pisci vacca, u pisci vacca, a picca sordi”. Finita a “vanniata”, “un quattruni” di sarde ( del giorno prima) il compenso per la sua fatica canora. Oggi, se dovesse ricomparire “Ninu lapollu, u vanniaturi” da l’aldilà, dove la sua anima riposa, il canto avrebbe un diverso contenuto: “Cupirtuni, lavatrici, matarazzi e mobili vecchi, arricugghitivi!!”. In ogni angolo recondito di certe strade si può trovare di tutto: tavuli, trispiti, calascinni arruggiati, buttigghiuni ccu coddu e senza coddu, dammiggiani cca pagghia e senza pagghia, Un vero emporio, un supermercato all’aperto dove rovistare, frugare e cercare un briciolo d’educazione civica è come trovare una pipita d’oro. Ben visibili, invece, tra mille cose inutili e sparpagliate con ragionato scempio si trovano mescolate ed abbondati la maleducazione, l’inciviltà, la villania, la rozzezza, la barbarie di un consumismo smodato che fa dell’uomo moderno un “signore” che indossa un vestito in doppio petto, sopra un costume di pelli d’animale.
Saro Pafumi
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