Perché voto Berlusconi. E’ una domanda che ho posto spesso a me stesso, arrivando dopo sofferte peregrinazioni mentali a darmi una risposta. In un’epoca avvolta dalle nebbie, non è facile darsi una risposta, qualunque sia il tipo di domanda che ci si pone: dalla politica, alla morale, dalla religione all’economia, per finire al lavoro. La nostra esistenza è una zattera in balia delle onde, il cui approdo è incerto fin dalla nascita, ma in certi periodi storici è un miraggio. In politica, per esempio, che è il tema di quest’argomento, non solo è difficile, ma impossibile. Basta girarsi attorno per vedere il vuoto che ci circonda. In queste condizioni una scelta è necessaria farla e può oscillare tra una non scelta e una sia pure sbagliata. In mancanza di riferimenti certi, di simboli, d’ideali, si finisce col guardare dentro la propria anima, cercando come in un gioco di specchi, il personaggio che più ci somiglia, con pregi e difetti che sono anche i nostri. Per specchiarsi si ha bisogno, però, che il personaggio scelto si mostri senza quegli infingimenti di cui spesso s’ammanta il politico. Berlusconi si mostra “nudo” agli occhi del popolo: genuino, perchè non nasconde i suoi difetti, imperfetto come lo è ciascuno di noi; smanioso di potere com’è desiderio d’ogni mortale; realizzato com’è il sogno di tutti; benestante che è il fine che si propone l’uomo nell’arco della sua vita; Berlusconi abbraccia “ mostruosamente” tutte queste intime speranze e/o illusioni. Chi non vorrebbe trovarsi nei panni di Berlusconi! Egli è “un leader nudo”. Può piacere o no, ma almeno offre a tutti la possibilità di vederlo non attraverso l’immaginazione o il riflesso deformante dell’ipocrisia, ma dando la possibilità a ciascuno di guardare nel suo intimo, pregi e difetti compresi. Non si vuole dal politico la massima trasparenza? Quale migliore e maggiore trasparenza di mostrarsi “nudo” agli occhi del popolo?
Una volta tanto la politica non è solo apparenza, ma essere. Una novità in questo mondo d’infingimenti, nel quale chi li combatte finge egli stesso. Come ogni novità richiede d’essere metabolizzata, ammesso che possa esserlo. Il “paradosso Berlusconi” consiste nel rimproveragli quello che siamo o vogliamo essere noi, se si ha la sincerità d’ammetterlo.
Pubblicato su La Sicilia il 03.111.2010
Saro Pafumi
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