lunedì 29 gennaio 2024

Linguaglossa,un paese di spettatori

 

Linguaglossa, Un paese di spettatori.

Poco è cambiato in questi ultimi cinquant’anni. La popolazione continua a essere assente nella vita pubblica del nostro paese. Al tempo dei partiti, gli schieramenti erano definiti, e i cittadini usavano il battimano per acclamare i leader del proprio partito. Memorabili gli scontri tra i giganti della politica. Da una parte G. Barletta e dall’altra S. Calì. I cittadini spettatori di battaglie che non capivano, ma fedeli al proprio credo politico. Oggi di questi dibattiti rimane solo uno sbiadito ricordo. Sopravvive una loro lontana eco nel vari social, senza quell’afflato politico, che segnava i dibattiti di allora. La distanza tra chi amministra e il popolo é più marcata. Quasi incolmabile. Si parla di politica solo nei bar, tra un cappuccino con cornetto e un buon caffè, distanti, come siamo, dai tanti problemi che ci assillano. Fanno bene i politici a non tenere in nessun conto le poche opinioni che i cittadini manifestano sul loro operato. Hanno capito che i cittadini non hanno corpo, ma sono solo ombre vaganti in un mare d’indifferenza generale. Leggendo i vari social che sporadicamente si occupano della vita amministrativa del nostro paese, è evidente la “riservatezza” dei cittadini, con la quale si approcciano ai problemi, che diventa paura di manifestare la propria opinione, rinunziando in tal modo a quella libertà di espressione che deve essere patrimonio di tutti. Mettere “mi piace” alla fine di un articolo, è per molti come mostrare la propria nudità, che non è una forma di pudore, ma mancanza di coraggio. Per costoro non esiste alternativa. Il mutismo è la loro parola armata. con la quale non si persegue la verità, ma ci si accontenta di immaginarla. Siamo spettatori di una realtà che non  ci appartiene, avendo  delegato ad altri la facoltà di scegliere a posto di noi. rinunziando consapevolmente a ogni critica, che ha un solo nome: ignavia.

Nessun commento: