giovedì 25 gennaio 2024

Il sapore del passato.

 Il sapore del passato.

Spesso la nostalgia del tempo passato invade la nostra anima. E’ il momento in cui i nostri ricordi assumono forma, e l’anima si scioglie nel delirio di viverli. Momenti, che il tempo ha sbiadito, ma non spento. Ogni mezzo è utile per tuffarci nel passato. Un frutto, un fiore, un dolce, inghiottiti dalla monotonia della vita quotidiana, ci fanno ritrovare il sapore del tempo perduto La mostarda, la cotognata, le castagne infornate con le divertenti “scattiole”sono sapori che continuano a deliziarci. Assaporare un grappolo di uva bianca appesa alla trave del solaio, per consumarla fuori temo, diffusa consuetudine per quei tempi, ci riporta al tempo della vendemmia, con i suoi riti e le sue tradizioni. Ritrovare la ‘muscatedda’, oggi scomparsa, ci ricorda la guerra che si combatteva tra il pecoraio, il massaro, il confinante, le vespe e il padrone, tutti in corsa per accaparrarsela. E la soppressata casalinga appesa alle canne, per asciugare? E le frittelle di ricotta coperte di zucchero? Quanta nostalgia per i ciclamini e le violette, che si raccoglievano nei noccioleti al tempo della raccolta, che par facessero rivivere “il Sabato del villaggio”. Quanti i contadini che tornando a casa trascinavano seco nei pantaloni intrisi di fatica e fango, il profumo della “nipitedda”, che si accompagnava alla “mpicalora”, croce e delizia per le mogli, che quei logori, infestati vestiti dovevano ripulire. Fa tanta tenerezza vedere ancora tra le tegole che coprono la stalla rari mucchi di ficodindia, oggi sostituiti, per colazione, da caffèlatte burro e marmellata. E il sanguinaccio, nella versione dolce, con pinoli e diavolini colorati, come guarnizione? Che delizia, perduta ! Oggi, questi ricordi sono sepolti nella memoria, ma quando riemergono, ci restituiscono brandelli di spensierata gioventù, Sono le ali della nostra fantasia, che ci fanno volare tra cieli tinti d’azzurro e pieni di sogni: desiderio d’immortalità. 

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