mercoledì 22 novembre 2023

I figli perduti

 

I figli perduti.

Quando su FB vedo la foto di un giovane siciliano con la corona d’alloro in testa, felice d’avere conseguito la sudatissima laurea, con l’immancabile, meritatissimo trenta e lode, dico a me stresso: “Chiustu u pessimu !”. Che futuro può avere un giovane laureato nei nostri piccoli, arretrarti paesini etnei, se non si trova un lavoro decente, dove mettere a frutto la laurea, che, oggi, con l’inflazione culturale in atto, assomiglia, più o meno al vituperato diploma di terza media? Perciò i master si sciupano, nell’illusione di ampliare il corso degli studi, che paradossalmente restringe la ricerca del lavoro e allontana di più dalla terra natia. Purtroppo bisogna farsene una ragione e i genitori dovrebbero rassegnarsi a “perdere” questi figli, il cui destino hanno contribuito a formare. Inutile criticare questo esodo forzato e, per certi versi, voluto. E’ il prezzo che il Meridione paga alla sua arretratezza atavica, ora che l’agricoltura e l’artigianato hanno creato un maggior vuoto nell’occupazione lavorativa. Una scelta di vita, che determina lo spopolamento di certe aeree cittadine, che andrebbe affrontata, colmando il vuoto creatosi, magari agevolando, ora che il mercato immobiliare offre vantaggiose occasioni, l’insediamento di nuovi residenti, anche stagionali, verso i quali le amministrazioni locali dovrebbero offrire agevolazioni fiscali, nella speranza di colmare il vuoto lasciato dai giovani.  

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