venerdì 11 agosto 2023

Come foglie morte

Come foglie morte.

Cadono le gialle foglie, strappate dal ramo che le ha nutrite. Svolazzano sperdute, stanche di volare si fermano a sciami per fare malinconico mulinello nell’arida terra che non consola, per poi, senza una meta, riprendere a volare. Anche noi siamo foglie morte, che, nell’autunno di questa nostra smarrita società, abbiamo dimenticato l’affetto che ci unisce e come fiori recisi, volte le spalle al sole, abbiamo abbandonato il profumo di tanta beltà: l’antica, umana amicizia. Non una pacca sulla spalla, né strette di mano, né confessioni, sfoghi o gioie da condividere, ma solo linguaggi intorno al nulla, sotto il peso di un ingombrante fagotto di pensieri incomprensibili e di fugaci sguardi. Per ritrovare il profumo dell’amicizia, non ci resta che riscoprire il piacere di antiche letture: Eurialo e Niso o Achille e Patroclo. Un modello di altruismo, esempio di amicizia e dedizione. L’amicizia è come la foglia legata al suo ramo, una verde appendice che condivide con la madre pianta l’amore che la nutre. Gli affanni degli altri, in questa società malata d’individualismo, non ci riguardano, non disposti, come siamo, a raccogliere un pettirosso caduto e ricondurlo nel suo nido, in attesa che impari a volare. L’amico non guarda il colore del cielo, sa cercarlo anche quando è grigio, nero o pieno di nembi o cumuli. Tuffiamoci nell’ombra che talvolta lo divora, porgiamoci una mano, per ricondurlo a riveder le stelle, galleggiando insieme in questo mare di cristallo che è la vita. Un sorriso, una stretta di mano avvicinano l’uomo all’uomo e servono per alleviare l’umana, amara sorte. Talvolta è bello ritornare bambini e tenendosi mano nella mano in girotondo, farsi compagnia, come tanti fiori cullati dal vento, che regalano profumi e tanta poesia.

 

 

 

 

 

 

 

Nessun commento: