venerdì 23 dicembre 2011

Supermercati e codice a barre


Non so se sia la sfortuna che mi perseguita o semplici spiacevoli coincidenze, di certo coi supermercati il mio approccio non è decisamente favorevole. Non è infatti la prima volta che acquisto un articolo, segnato sul banco di vendita con un prezzo, che alla cassa me lo ritrovo maggiorato. La giustificazione: “ l’addetto non ha avuto il tempo di aggiornare il prezzo al banco”. La giustificazione , se il termine possa dirsi appropriato, non convince affatto. Non vedo come si possa trovare il tempo di cambiare centinaia di codici a barre nei vari articoli posti in vendita e non trovare il tempo di cambiare il cartellino sul banco espositivo. Non vorrei pensar male. Ma non è che “la cosa” puzzi di bruciato? Poiché il prezzo è visibile al banco espositivo, riportato a barre sull’articolo, risulta impossibile per chi ha fatto la spesa controllare uno ad uno la corrispondenza dei vari articoli acquistati. Un rimedio ci sarebbe: indossare un casco sormontato da un lettore di codice a barre e controllare la rispondenza su quanto segnato al banco, a costo di passare per un evaso da una casa di cura per malati mentali. “La disumanità del codice a barre sta nel fatto che, una volta programmato, si comporta in maniera perfettamente onesta” questa l’opinione di Isaac Asimov, fatta propria dai supermercati. Come dargli torto. Cittadini occhio al prezzo! Il trucco può avere le sembianze di un “pacco” natalizio. Pubblicata su La Sicilia il 24.12.2011. Saro Pafumi

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