giovedì 15 dicembre 2011

Pensioni, genio e follia

Pensando a Monti e alla sua “regola” di pagare le pensioni con una somma che non superi i cinquecento euro in contanti, verrebbe da ripetere con un noto filosofo: “ Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri”. Come si possa pretendere che un pensionato, costretto a stare in fila alla posta per ritirare la “sua” pensione di seicento o mille euro, rifaccia la fila per ottenere il saldo di quanto dovutogli?. Se non è follia questa, certamente è materia per psichiatri. Si vuol camuffare il limite imposto, con la scusa di evitare pagamenti in nero, imponendo la richiesta di una carta di credito che necessariamente presuppone l’apertura di un conto corrente che, anche se fosse a costo zero, sarebbe ugualmente una iattura. Immaginate una nonnina che invece di ritrovarsi in mano novecento euro in contanti che le fanno luccicare gli occhi, si ritrova la credit card plastificata con il PIN da digitare Se non le prende “una botta” poco ci manca. In questa vicenda-farsa di nero c’è solamente la coscienza di chi ha potuto immaginare una simile sciocchezza. La ragione sfugge alla logica, salvo che non si voglia nascondere una triste realtà: lo Stato non ha i soldi ed è costretto a pagare a rate. Ammetterlo sarebbe un suicidio, pensarlo è legittimo. Sarei curioso di vedere uno di questi alti burocrati impegnato a convincere quella moltitudine di vecchietti costretti a mendicare i propri diritti o quelli dei propri congiunti defunti che hanno faticato una vita per ritrovarsi con le brache calate. C’è un limite alla decenza, si chiami Stato o Pinco Pallino chi deve osservarla. Pubblicata su La Sicilia il 15.12.2011. Saro Pafumi

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