lunedì 5 dicembre 2011

Introdurre il tax-day

Tutti i giorni televisione e giornali ci ammanniscono il solito ritornello: manca il lavoro, la disoccupazione cresce, la rabbia è tanta. Quello che manca, a mio parere, oltre al lavoro, è trovare il tempo di lavorare per chi il lavoro ha. Oggi chi ha una piccola azienda trascorre il tempo in fila in qualche ufficio, alle poste, in banca, alla camera di commercio, all’Inps, all’Agenzia delle entrate per nominare quelli di maggiore frequenza. Non si ha il tempo di pagare una bolletta ed ecco, di ritorno, trovare chi ti aspetta: il solito postino con l’ennesima cartella da recapitare. Le carte ci soffocano, le bollette ci sopraffanno, con l’aggravante che essendo diversamente scaglionate non c’è praticamente giorno “esentasse”. Sulla mia scrivania tenevo una cartella contenente le bollette da pagare, con su scritto “ tasse da evadere” al quale ingenuamente avevo dato il significato di “tasse da pagare”. La cosa richiamò l’attenzione di alcuni organi investigatori con una serie di domande al riguardo. Da allora sulla stessa carpetta, contenete le solite bollette da pagare, per evitare spiacevoli interpretazioni ho scritto: “ Le mie prigioni”. Dinanzi a siffatta inondazione d’imposte, bollette e tasse sarebbe il caso, forse, per non far sprecare tempo a chi lavora, d’introdurre il tax-day ossia, la giornata dedicata al pagamento delle tasse che può precedere o seguire la commemorazione dei defunti, giacché entrambe sono accomunate per una ragione o l’altra a un profondo senso di tristezza e di depressione. Un’ ennesima ricorrenza civile nell’interesse dello Stato e per chi non vuol perdere tempo per lavorare. Pubblicata su La Sicilia il 06.12.2011. Saro Pafumi.

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