venerdì 29 gennaio 2010

SFILATE DI MODA




Lo dico a La Sicilia pubblicato 30/01/2010

Qualche giorno fa in coda al telegiornale, un servizio televisivo mostrava una sfilata di moda maschile. D’acchito ho avuto l’impressione che si trattasse della presentazione d’alcuni costumi carnevaleschi, come anticipo dell’imminente festività. Alcuni giovani modelli indossavano, disinvoltamente, cappelli a forma di gallo cedrone, altri, gonnellini con frange variopinte, altri ancora, cardigan sopra pregiate giacche. Un pot-pourri insolito e variopinto che definire stravacante è dir poco. A vedere quegli impeccabili modelli, vittime sacrificali di una moda stravacante mi sono venute le lacrime agli occhi per l’ilarità che suscitavano. Immaginavo la scena: un ragazzo alla moda conciato a quel modo camminare per Via Etnea tra fischi e lancio d’uova marce.
La curiosa, originale sfilata mi fece venire in mente un personaggio a suo tempo molto noto nel mio paese, Linguaglossa, che noi ragazzini chiamavamo “Turi mangia pane e lira” Un personaggio innocuo quanto “stravacante” che andava in giro per le vie del paese chiedendo una lira di carta, che, ottenuta, collocava, ben dispiegata tra due fette di pane casereccio, che, a suo dire, era il sandwich che preferiva. Immaginandolo, potenza della mente, imbottito ora di mortadella, ora di prosciutto, ora di formaggio, secondo il desiderio della giornata. A completamento delle sue stranezze non poteva mancare di distinguersi nell’abbigliamento. Indossava il cappotto sotto la giacca e non uno ma tre, quattro cappelli ornavano il suo capo. Se qualcuno, donandogli una lira, gli porgeva un copricapo, egli lo collocava disinvoltamente sopra quelli che già indossava, sì da trasformare la sua testa in una specie di pagoda cinese. Certa “costumi” ritornano, se tra i tanti modelli che talora sfilano, si può ancora riconoscere tra loro “Turi mangia pani e lira”, vero precursore di certe moderne mode.
Saro Pafumi.

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