mercoledì 27 gennaio 2010

Berlusconi, una questione nazionale

Lo dico a La Sicilia pubblicato 25.01.2010
Per spiegare l’attuale politica fior di giornalisti hanno versato fiumi d’inchiostro. Cerchiamo di vedere come “può vedere” l’attuale momento storico un cittadino come tanti che non raggiunge le alte vette del sapere e analizza i fatti così come gli sono presentati dalla stampa.
Il tentativo che sta portando avanti la maggioranza è quello di liberare la politica dal dominio della magistratura. Per ottenere questo risultato il primo obiettivo è quello di evitare che Berlusconi sia processato. Da qui una serie d’iniziative parlamentari definite leggi “ad personam”. Se non si percorresse questa strada primaria, tra gli obiettivi della maggioranza, Berlusconi dovrebbe affrontare i processi a suo carico e in caso di una molto probabile condanna, dimettersi, aprendo la strada ad una crisi sociale senza precedenti. In una nazione civile dal clima sereno, economicamente solida, la caduta di un governo non sarebbe di per se una tragedia, ma nelle attuali condizioni politiche ed economiche una tragedia lo sarebbe veramente. Vale la pena di pervenire alla condanna di un singolo, sia pure investito di poteri istituzionali, per aprire una crisi dagli esiti incerti? I punti di scontro sull’argomento sono differenti, secondo gli interessii politici in campo. Un tempo, peraltro non molto remoto, esisteva l’immunità parlamentare che metteva il politico a riparo da iniziative giudiziarie. Poi l’istituto fu soppresso con un’operazione d’autocastrazione messa incautamente in atto dalla stessa politica. Oggi il Re è nudo, né c’è all’orizzonte una regola o un compromesso che salvaguardi il diritto della politica di agire.
Siamo perciò nelle mani del potere giudiziario che con le sue azioni detta, di fatto, l’agenda politica della nazione, Se non ci fosse di mezzo il solito Berlusconi con i suoi talloni d’Achille ( leggi: processi) e “l’odio” che consegue, la questione sarebbe stata da tempo risolta. Con la Magistratura che brandisce il suo potere come clava giudiziaria contro la politica, per alcuni la tentazione di servirsi di questo provvidenziale strumento non solo è opportuno ma persino provvidenziale. Oggi quel che conta è cingere d’assedio Berlusconi e la sua roccaforte. Poi, a bocce ferme, qualsiasi riforma sarà possibile, da quella costituzionale alle questioni economiche.
Ci possiamo permettere il lusso d’impiegare il nostro tempo per rincorrere problemi di giustizia personale, perdendo di vista le problematiche collettive, che sono molte?
Per raggiungere quest’ obiettivo è proprio necessario rimettersi nelle mani della magistratura? Personalmente preferisco essere governato dal peggiore dei politici che dal migliore dei giudici. Del primo poi liberartene, del secondo devi affidarti solo alla Provvidenza. .
Linguaglossa 095/647245
Grazie Saro Pafumi.

Nessun commento: