mercoledì 27 gennaio 2010

Facebook e gli anziani

Lo dico a La Sicilia pubblicata 24.01.2010
Oggi l’amicizia non è più quel sentimento vero che si costruiva col tempo e nel tempo, fatto di legami solidi, personali e solidali. Oggi è “dialogo” che scorre su filo o naviga nell’etere tra persone sconosciute che tali rimangono. Un sms, una riga scritta su facebook o messenger nulla hanno in comune con la stretta di mano dalla cui intensità, un tempo, si poteva persino intuire il carattere di una persona. Quello che si costruisce oggi con i vari social network è un rapporto quale può occasionalmente nascere con un compagno di viaggio o con quello appena incontrato in coda alle Poste, con la differenza è che se hai voglia l’interlocutore lo trovi in tutte le ore del giorno e della notte.
Dell’interlocutore sai poco o nulla. A volte è una sagoma bianca che la fantasia colora col viso della Madonna o della monaca di Monza, di un Apollo o di un Quasimodo. “Il profilo” non è quello che tu “scopri” dell’altro, ma quello “addomesticato” di chi te lo “vende”. A lui non chiedi favori, come capita di fare con un vero amico, né condividi emozioni intime se non hai radici affettuose in comune, E’ uno “spogliarello” social network, graduale e vicendevole in cui ognuno, senza coinvolgimenti affettivi, scopre la sua natura, il suo carattere, le sue preferenze, le sue idee. Per usare una metafora è come un fiore cui manca il profumo.
Quella che si realizza tra i frequentatori di facebook é “conoscenza” dell’altro, desiderio di dialogo, voglia d’evasione, paura della solitudine; è una maniglia che ti consente di stare nell’etere del pensiero, di raggiungere mete lontane; é “l’ubiquità” dello spirito, del pensiero, della parola, dell’immagine, prerogativa di qualunque mortale… Un freddo miracolo della tecnologia, nulla di più.
Purtroppo, quello del facebook non è un mondo per anziani. Non è facile incontrare coetanei, compagni di scuola o d’infanzia con cui condividere pensieri, ricordi, emozioni. E’ come cercare un disperso in Russia o aggirarsi tra fantasmi. Smanettando s’incontrano carovane di giovani che parlano d’amore, di sesso, di baci, di sentimenti veri o fasulli, con i quali è difficile “condividere”. Manca l’approfondimento, l’analisi, il dibattito. C’è di mezzo uno steccato insormontabile che il tempo rende incolmabile. Uno steccato che riguarda non solo il modo di pensare, ma persino di esprimersi.
L'idioma non è quello che si è imparato a scuola, ma una terminologia astrusa. Si è costretti a zigzagare tra “link”, “commenti”, “gruppi” “elementi”, poke” “note” come se ci si trovasse nel mezzo di una giungla dove il procedere è cieco, le voci sono monosillabi e dittonghi e la punteggiatura è uno sciame d’insetti da evitare. Tre consonanti assemblate e un segno matematico inviate al proprio amoroso sono il surrogato della poesia “A Silvia”, il titolo di una canzone è il veicolo col quale viaggiano emozioni e sentimenti, la foto che talvolta si allega è “il pescato” rimasto imbrigliato navigando su internet
C’è poco o nulla d’autentico: i pensieri “degli altri” sono salvagente con cui galleggiare, stampelle con cui sorreggersi e “le citazioni d’autore” sono il condimento d’ogni dialogo.
D’autentico nel mondo di facebook c’è il ticchettio della tastiera del computer e il silenzio ovattato in cui dormono i pensieri o la fantasia che si confonde con le nuvole della notte.
Eppure, da un mondo così irreale talvolta può nascere l’inganno o l’amore.
Chissà se Dante scrivendo su facebook avrebbe messo in bocca a Francesca:: “ La bocca mi baciò tutto tremante.” oppure “ TV1KDB” che significa: “Ti voglio un casino di bene”.
Linguaglossa 095/647245
Grazie. Saro Pafumi

Nessun commento: