mercoledì 27 gennaio 2010

La Chiesa e la clandestinità

Lo dico a La Sicilia pubblicato 17/01/2010
Tutte le volte che l’Italia respinge un gommone d’extracomunitari o fa una retata con l’intento di mandare i clandestini al loro paese d’origine, insorge l’opposizione e la Chiesa fa sentire la sua autorevole voce. Che l’opposizione faccia il suo mestiere lo trovo legittimo, che la Chiesa eserciti il suo ministero fatto di solidarietà e d’accoglienza altrettanto. Né potrebbe essere diversamente. Il problema è semmai di vedere se la Chiesa è coerente con se stessa e col suo operare. Uno Stato che rimanda indietro flotte di clandestini non lo fa certamente per xenofobia, piuttosto perché applica le norme che ha varato, giuste o sbagliate che siano. Non si può accogliere chiunque venga nel nostro paese, come non è giusto che vi rimanga chi non osserva le nostre regole. E’ il vivere civile che lo impone.
Veniamo alla Chiesa. Anch’essa ha norme che regolano la sua struttura e chiunque le infrange è sottoposto a sanzioni. Vi ricordate il caso del cardinale Milingo che voleva introdurre nell’ordinamento della Chiesa il matrimonio dei preti, convolando egli stesso a nozze?
Vi ricordate il caso del vescovo Lefebvre che non riconosceva le innovazioni introdotte dal Concilio Vaticano II, continuando a celebrare la Messa in latino, ordinando preti in totale disaccordo con le direttive della Chiesa? Entrambi prima sono stati convocati in Vaticano con quell’atteggiamento paternalistico e mieloso tipico della Chiesa che intende trattare, e, fallito il tentativo, messi alla porta, scomunicati e ridotti allo stato laicale, che se non equivale ad averli presi a calci nel sedere poco ci manca.
Lo sapevate altresì che ai divorziati non è consentito accostarsi al sacramento della comunione, né che si possono avere idee diverse sulla contraccezione e/o su argomenti vari che non siano quelli ufficiali della Chiesa, sanzionando chi non le osserva? Ciò che è consentito alla Chiesa, perché dovrebbe essere disconosciuto allo Stato? Con una differenza: le norme della Chiesa sono ferree ed inflessibili. Chiunque le contraddice si trova col sedere per terra. Quelle dello Stato sono elastiche, permissive, interpretabili, opinabili e molte volte persino disattese.
La clandestinità è un fenomeno sconosciuto alla Chiesa, perché prima di farne parte devi avere le carte in regola: Quando mancano o vengono meno, si esce dalla porta o dalla finestra, anche se questa è chiusa. Guai se non fosse così.
Linguaglossa 095/647245
Grazie. Saro Pafumi

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