mercoledì 10 aprile 2024

Quando la natura parla

 

Quando la natura parla.

Arrivarono tutti, puntuali, uno dopo l’altro; la pioggia, i fulmini, i tuoni. Il cielo si oscurò e si riempì di nubi che rovesciarono sulla terra, arsa dal sole e dalla siccità, secchiate d’acqua piovana, come le cascate del Niagara. Nessun palmo della terra fu risparmiato e gli alberi furono lieti di tanto diluvio.  Quando l’impeto della natura si fermò, per consentire alla terra di riprendere fiato, dal suolo si sprigionò un caldo fumoso vapore, liberando un inebriante profumo di terra bagnata dopo tanto soffrire. I rami degli alberi sembravano braccia protese al cielo per ringraziarlo per le ferite lenite. Il sole riprese la sua corsa col suo bianco accecante, privo di nuvole. Le foglie degli alberi, dolcemente rinfrancati, distillarono fresche gocce, che lacrime erano di gioia e di emozione per quell’inatteso rinfresco sperato e gradito. Le margheritine, sollevato il capo chino dal peso della calura, intonarono soavi cori amorosi, che s’intrecciavamo col festoso cinguettio degli uccelli, or liberi di svolazzare con le loro vesti colorate. Tutta la natura parlava e noi ad ascoltare quella sinfonia, che di Dio aveva la voce.    

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