sabato 23 settembre 2023

Come si vive a Linguaglossa

 

Come si vive a Linguaglossa.

Di mattina una capatina al bar. Una consumazione di tre euro zittisce la bocca e lo stomaco. L’incontro con un amico, una pacca sulla spalla e la solita domanda: ” come si va? La risposta non interessa nessuno. Una passeggiata nel Corso è pane quotidiano. Serve a tenersi informati sull’ennesimo negozio che chiude i battenti. Dal balcone di qualche palazzo, pende uno sbiadito cartello, con lo scritto SI VENDE. Un invito, una provocazione o un insulto alla povertà? E’ difficile sostituire chi prima ci abitava, in un paese dove si dice. “ Ammatula ca ti vesti di ‘ Scarrata’, ca sempri fai fetu di lacciata”. Sulla scalinata di Piazza Annunziata fanno sosta, uno per gradino, i soliti aficionados, quelli che la colazione hanno consumato a casa. Sembrano vasi di terracotta, messì lì ad asciugare. La conversazione è sempre la stessa: il ricordo dell’ultimo amico scomparso o il traffico caotico nel Corso, ciascuno con la propria ricetta per risolvere il problema. La più gettonata: la circonvallazione Se ne discute da mezzo secolo. E’ quasi diventato un problema di fede. L’amministrazione tace. Ha altri problemi cui pensare: il bilancio comunale che non si riesce ad approvare. Il solito cappio che immobilizza l’Amministrazione. Coloro che siedono al comando del paese ostentano ottimismo e certezze. Le uniche certezze che hanno trovato una spiegazione sono quelle proprie di un'utile sistemazione. Quando la discussione verte sull’inutilità, qualcuno abbandona il gruppo e se ne va. LO stomaco reclama. E’ già mezzogiorno, le strade si spopolano. Fino alle sedici si sonnecchia sul divano di casa. La digestione è lenta, come il cervello che non riesce a pensare. Nel pomeriggio riprendono le lamentose litanie della mattinata. Il cartello si vende è sempre là, più sbiadito che mani. qualche negozio non fa orario pomeridiano, qualcun altro ha la saracinesca abbassata. All’interno si muove qualcosa. E’ un artigiano, che, dismessa la propria attività, preferisce lavorare in nero. Molti si chiedono perché il negozio di……ha chiuso i battenti. Il titolare ha deciso di fare il bidello. Lo stipendio è certo, e si è impegnati solo a metà.Nel tempo libero si aggiunge al gruppo che sosta sulla scalinata , dove si discute di niente. Che è la migliore cosa per passare la giornata. Il giorno è finito,si ritorna a casa,dove i pensieri riposano sul divano. Solo il rumore dei piatti e delle posate mi ricordano che sono vivo a metà.”Dopotutto, domani è un altro giorno." diceva Rossella O’Ara in Via col Vento.

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