domenica 2 settembre 2012

Tassare il computer


L’emanazione di una legge ha di regola un iter tormentato. C’è chi la scrive, chi la corregge, chi l’approva, chi la promulga, chi la pubblica, ma prima di tutto c’è qualcuno che la pensa. Salvo determinati casi, quasi mai è noto l’ideatore, ossia il padre nobile della legge promulgata. Prendiamo come esempio la proposta di legge che vuole introdurre il canone a chi possiede un computer, una sottospecie di abbonamento Rai/TV. Come possa sguazzare in testa a qualcuno un’idea simile è incomprensibile, eppure deve esserci stato qualcuno che nelle tenebre della notte, affetto d’insonnia, dimenandosi sotto le coperte, ha avuto l’intuizione. Un’ida non nasce per caso, spesso è frutto di un’intima, travagliata elaborazione. C’è per esempio chi la notte pensa come trovare un’occupazione o guarire da una malattia, c’è chi pensa come pagare le tasse e i fornitori, c’è chi pensa come imbrogliare il prossimo e infine c’è chi pensa alla grande: come rompere “le tasche” agli italiani. Sicuramente ci vuole una buona dose di cinismo, ma soprattutto si deve trovare in condizioni economiche ottimali se è vero il detto: ” u saziu nun cridi o diunu”. Forse per questo occorre abbassare di molto il livello economico dei parlamentari: per renderli alla stregua di chi ha bisogno o di chi cerca in mille modi come sbarcare il lunario. Forse la notte dormirebbe di meno, come capita a tutti i mortali con problemi, e non avrebbe il tempo di pensare a come rendere la vita più difficile agli altri.

Pubblicato su La Sicilia il 27.08.2012. Saro Pafumi

Nessun commento: